PALERMO – Da oggi i canoni demaniali crescono di sei volte rispetto all’anno passato. E la normativa ha pure valore retroattivo, ovvero riguarda anche chi ha avuto in uso il litorale dal primo gennaio 2013. Il decreto era già stato emanato dal presidente Crocetta, venerdì però è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale entrando in vigore.
L’aumento del canone significa per uno stabilimento medio un incremento dei costi di circa cinquantamila euro all’anno, visto che il canone passa da 1,5 euro a 9 euro a metro quadrato. Resta poi la maggiorazione del 4%, del 7% e del 10% relativamente alle aree a bassa, media ed alta valenza turistica, come ribadisce il decreto. La Regione nel 2011 incassava quasi dodici milioni di euro, ora invece l’assessorato al Territorio e Ambiente conta di avere un introito di oltre 50 milioni di euro annui.
Restano contrarie in modo netto le associazioni di categoria, a partire dalla Fiba Confesercenti Sicilia, da cui arriva l’annuncio che “la categoria sta procedendo a presentare ricorso contro l’aumento dei canoni demaniali del 600%. Un provvedimento dagli effetti retroattivi non solo gravoso per le condizioni che pone nei confronti di un comparto, composto da circa 70 mila operatori e da quasi 9 mila titolari di concessioni demaniali marittime, – afferma una nota – che dovrebbe essere sostenuto e non vessato con balzelli insostenibili per le nostre imprese, ma anche discutibile nelle modalità con cui è stato determinato ovvero senza alcun coinvolgimento della componente privata”.
A chiedere il ritiro del canone è anche la politica. A Sala d’Ercole sono già stati presentate un’interrogazione ed una mozione, che verranno discusse però dopo la pausa per le elezioni amministrative. “Ribadiamo la nostra contrarietà – afferma Lino Leanza di Articolo 4 –chiedendo al governo un ulteriore approfondimento. Mi auguro che il governatore Crocetta ritiri il provvedimento, il nostro gruppo su questo sarà intransigente”. Ribadisce quanto già espresso nei giorni scorsi anche Bernardette Grasso (Grande Sud): “Sull’aumento dei canoni delle aree demaniali marittime il governo regionale emani un nuovo decreto con il quale si riducono gli aumenti abnormi, pari al 600% delle attuali tariffe e dove si tenga conto delle proposte avanzate dai rappresentati di Confindustria, Confcommercio e Confesercenti mirate alla salvaguardia dei livelli occupazionali”. Intanto però pare che dallo stesso assessorato al Territorio stiano pensando di emanare un nuovo decreto che precisi i termini della rimodulazione dei canoni, andando incontro alle associazioni di categoria.