Palermo, per cosa vorrà essere ricordato il sindaco Lagalla?

Degrado a Palermo, per cosa vorrà essere ricordato il sindaco Lagalla?

Progetti finanziati col Pnrr, a che punto siamo? Rischiamo di perdere i soldi?
semaforo russo
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Prendo a prestito un’espressione tipicamente giuridica per dire che il combinato disposto dell’articolo di Riccardo Lo Verso, sull’incredibile banchetto privato allestito disinvoltamente ai Quattro Canti, e dell‘articolo di Roberto Puglisi, sul degrado inarrestabile che attanaglia la conosciutissima e (nei fatti) poco amata Mondello, ci offre l’esatta fotografia delle attuali condizioni di Palermo.

È trascorso un anno dall’insediamento del sindaco Roberto Lagalla e del nuovo Consiglio comunale e non ci pare si possa registrare la svolta, il cambio di passo rispetto alla precedente amministrazione guidata da Leoluca Orlando declamata a mo’ di ritornello in campagna elettorale.

Ci riferiamo, ovviamente, non all’immagine positiva goduta negli anni da Palermo grazie all’innegabile rivoluzione culturale, rappresentata plasticamente dalla riapertura del Teatro Massimo, avviata da Orlando rispetto agli stereotipi sulla Sicilia e sul suo capoluogo (a cominciare dalla definizione di mafioso “a prescindere” in quanto siciliano e palermitano), ma ai mille problemi quotidiani (in verità piuttosto comuni nelle metropoli italiane) talmente incancreniti da apparire irrisolvibili, oggi e pure nel prossimo futuro.

Orlando, anche nella qualità di presidente dell’Anci Sicilia, più volte ha denunciato la quasi impossibilità ad affrontare le numerose emergenze – rifiuti, abusivismo, trasporto pubblico, servizi sociali, scuole, periferie, manutenzione stradale, movida selvaggia, eccetera eccetera – con le risorse finanziarie destinate ai Comuni costantemente in diminuzione (ora ci sono i fondi del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza) e con la ormai cronica insufficienza di personale adeguato, giovane e all’altezza delle sfide dell’era tecnologica, digitale e della comunicazione globale in cui viviamo.

Ora, guarda un po’, il medesimo allarme lo lancia il sindaco Lagalla, adesso però, non in campagna elettorale dove impegni e promesse venivano sparsi abbondantemente tipo semina del grano in autunno. Eppure, è facile conoscere tutti i progetti, predisposti dalla giunta orlandiana, approvati e finanziati col Pnrr.

Parliamo di decine e decine di progetti per un ammontare complessivo di 198 milioni relativamente alla Città metropolitana di Palermo. A che punto siamo prof. Lagalla? Rischiamo di perdere i soldi? Palermo è una città straordinaria ma sporca, frantumata, con insopportabili divari tra centro e periferie, tra zone residenziali e borgate marinare.

I trasporti pubblici sono monchi – pensiamo al tram – deficitari, da produrre, appunto, una realtà cittadina frantumata, divisa, scollegata in sé. Le regole sono puntualmente violate dalla maggioranza dei palermitani, il caos regna sovrano.

Più volte abbiamo auspicato un massiccio potenziamento della Polizia municipale, in atto non in grado di assolvere ai suoi molteplici compiti istituzionali.

Senza una polizia locale visibile, attrezzata materialmente e nelle competenze, motivata, quotidianamente in azione sul piano della prevenzione e dei controlli non andiamo da nessuna parte, non siamo a Stoccolma.

Potremmo continuare all’infinito. In conclusione, una domanda: per cosa vorrà essere ricordato il sindaco Lagalla? Ce lo confidi, prima che scivolino i rimanenti quattro anni lasciando tutto così com’è.


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