Cape, la Regione pronta a liquidare - Live Sicilia

Cape, la Regione pronta a liquidare

Tramonta definitivamente l’era del finanziere agrigentino Simone Cimino (nella foto) in Sicilia. Anche l’ultimo pezzo dell’impero costruito dall’ex giovane rampante del private equity (finito agli arresti per alcune operazioni spericolate di Cape Live, la creatura da lui portata in Borsa nel 2007) sta infatti per essere liquidato. Sul piatto c’è il Fondo Cape Regione Siciliana, ossia il primo Fondo chiuso di private equity gestito da Cape Regione Siciliana Sgr, una società di gestione del risparmio costituita nel 2006 da Cimino & Associati Private Equity (Cape) con una quota del 51 per cento e dalla Regione siciliana con il 49 per cento con l’obiettivo di investire nel capitale di rischio di aziende operanti nell’Isola. Così, dal 2008 (anno in cui il Fondo ha cominciato ad operare), il fondo è entrato nel capitale di sette aziende (la Ice Cube Impianti, società che produce e distribuisce ghiaccio alimentare; la Queso srl – Zappalà, azienda storica siciliana che trasforma e commercializza latte; la T-Link di Navigazione, spa che opera nel trasporto marittimo; Cr Moss; Cr Cherg; Cape Rev, la società con la quale Cimino avrebbe voluto rilevare lo stabilimento Fiat di Termini Imerese col progetto “Sunny car in a sunny region”; e l’Akralux attiva nel settore del fotovoltaico).

E adesso? Che cosa ne sarà di queste aziende? “Il socio di maggioranza è evidentemente venuto meno (il 51 per cento della Cape Spa di Cimino è stato congelato e sarà liquidato, ndr) – ha spiegato oggi nel corso di una conferenza stampa l’assessore regionale all’economia, Gaetano Armao –. La Regione, però, intende portare avanti l’esperienza del private equity in Sicilia e ha come obiettivo un progetto con il Fondo italiano”. Ed in quest’ottica l’assemblea degli investitori riunitasi stamattina ha dato tre mesi di tempo al nuovo consiglio di amministrazione per liquidare il Fondo stesso, mettendo sul mercato le quote in portafoglio per cercare di recuperare l’investimento. “A seguito dei provvedimenti cautelari – ha aggiunto Armao – la Regione quale unico detentore del diritto di voto (Bankitalia ha infatti inibito al voto Cape, ndr) ha provveduto alla definizione di una nuova governance, eleggendo un consiglio di amministrazione e dando avvio ad una nuova fase”. Tra tre mesi è previsto uno step per verificare il lavoro del Cda, presieduto da Sergio Amenta. Il piano prevede, dopo la dismissione delle partecipazioni, la liquidazione del fondo e della Sgr. Sulla Cape Regione siciliana sgr è in corso un’ispezione della Banca d’Italia e il governo ne attende la conclusione per intraprendere eventuali azioni legali nei confronti del socio di maggioranza Cape Spa se dovessero risultare gestioni in danno del patrimonio pubblico. Il cda di sgr ha calcolato perdite di valore del fondo di circa 11 milioni di euro, a fronte di un capitale nominale disponibile di 52 milioni e versato dagli investitori di circa 25 milioni di euro.

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