Caporalato a Biancavilla: le reazioni della politica e dei sindacati

Caporalato a Biancavilla: le condanne per lo sfruttamento dei lavoratori

Le reazioni di politica e sindacati

CATANIA – Un’operazione della Guardia di Finanza a Biancavilla, in provincia di Catania, ha portato all’arresto del rappresentante legale e del direttore commerciale di un supermercato della grande distribuzione.

L’inchiesta ha svelato un sistema di sfruttamento nei confronti di 37 lavoratori, costretti a paghe da 1,6 euro l’ora e turni massacranti, configurando i reati di caporalato e autoriciclaggio. La notizia ha suscitato immediate e forti reazioni dal mondo politico e sindacale.

Aiello (M5S): “Sfruttamento all’ordine del giorno”

Il deputato M5S della commissione lavoro della Camera, Davide Aiello, ha commentato duramente la vicenda: “Paghe da fame, e superlavoro, dalla Sicilia la conferma che lo sfruttamento è all’ordine del giorno, Meloni apra gli occhi e la smetta con le bufale”.

Aiello ha aggiunto: “Quanto accaduto a Biancavilla – dice Aiello – dove la Guardia di finanza ha arrestato per caporalato e autoriciclaggio il rappresentate legale e il direttore commerciale di un supermercato dove i lavoratori venivano sfruttati e pagati 1,6 euro l’ora, smaschera le bufale che Giorgia Meloni e i suoi propalano ogni giorno”.

Secondo il deputato, le condizioni di lavoro emerse sono “la punta dell’iceberg di un sistema in cui i diritti dei lavoratori sono considerati come un orpello”, criticando le politiche del governo e la mancata introduzione del salario minimo.

La condanna del sindaco di Biancavilla

Il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, e il presidente del consiglio comunale, Luigi D’Asero, hanno espresso in una nota congiunta “pieno sostegno all’azione della magistratura e delle forze dell’ordine”.

Hanno sottolineato come nel territorio le realtà della Grande Distribuzione Organizzata abbiano dimostrato “correttezza e capacità imprenditoriale”, auspicando che episodi anomali come questo, emersi grazie a denunce, “siano isolati e non si ripetano”.

Bonanno e D’Asero hanno ripreso le parole del Procuratore capo di Catania, evidenziando che “la situazione di estremo bisogno non può mai giustificare trattamenti economici e lavorativi che si pongono fuori da ogni logica di dignità e legalità”.

Barbagallo (Pd): “Solidarietà ai lavoratori””

Il segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo, ha espresso “solidarietà e vicinanza ai 37 lavoratori sottopagati e sfruttati da un datore di lavoro senza scrupoli” e ha lodato l’operato della Guardia di Finanza.

Barbagallo ha definito “allarmante ciò che emerge dalle indagini – ovvero, il mancato rispetto dei contratti collettivi nazionali o territoriali, la reiterata violazione della normativa relativa all’orario di lavoro, i periodi di riposo, al riposo settimanale, all’aspettativa obbligatoria, alle ferie; la violazione delle norme in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro”.

Ha inoltre evidenziato come la Sicilia continui ad essere tra le regioni con il più alto tasso di sfruttamento e con una carenza di ispettori del lavoro, ribadendo l’urgenza di una legge sul salario minimo.

Cgil e Filcams Catania: “Sistema ipocrita”

I segretari della Camera del lavoro di Catania, Carmelo De Caudo, e della Filcams di Catania, Davide Foti, hanno dichiarato: “Da anni come Cgil denunciamo le pratiche dei grandi competitor della grande distribuzione che, attraverso i sistemi di franchising e appalti a cascata, hanno creato un sottobosco di illegalità e sfruttamento”.

I due sindacalisti hanno parlato di “sistema ipocrita, che alimenta i profitti al vertice e la disperazione alla base” e auspicato “controlli a tappeto su tutto il comparto della grande distribuzione organizzata”.

Cgil e Filcams hanno espresso “un plauso alla Procura di Catania e alla guardia di finanza per l’operazione condotta” e rinnovato “l’impegno a fianco dei lavoratori sfruttati”, chiedendo l’estensione dei controlli ispettivi e giudiziari per smascherare il “caporalato urbano”.

Scotto e Guerra (Pd): “Ora legge sul salario minimo”

I deputati democratici Arturo Scotto e Cecilia Guerra hanno commentato: “Sessanta ore settimanali, stipendi mensili di 700-800 euro, 1,6 euro l’ora di retribuzione. Questo accade in Italia, in una catena di supermercati a Biancavilla in provincia di Catania. I due titolari sono stati arrestati per caporalato. Siamo stanchi di dover commentare queste notizie e di aspettare che intervenga la magistratura. È sempre più urgente una legge sul salario minimo che il governo continua a negare in maniera sempre più incomprensibile”.

Cisl Catania: “Comitato prefettizio interforze”

La Cisl di Catania, attraverso il suo segretario Maurizio Attanasio, ha proposto di costruire “un comitato permanente prefettizio interforze, composto da forze dell’ordine, Inps, Inail, Ispettorato del lavoro, organizzazioni sindacali e anche dalle associazioni datoriali e dai consulenti del lavoro” per “affrontare efficacemente tutte le forme di lavoro povero effetto dello sfruttamento del lavoro e del caporalato”.

Attanasio ha espresso “un plauso alle Fiamme gialle” e ha sottolineato come nella provincia ci siano “intere sacche del mercato del lavoro in cui i lavoratori sono sfruttati e ricattati da soggetti senza scrupoli”. Ha infine evidenziato come non sia solo una questione di leggi, ma anche “una questione culturale di personaggi senza scrupoli, ma anche di mancati controlli”.

Mannino (Cgil): “Un quadro drammatico”

“Gli arresti di Biancavilla fanno emergere un quadro drammatico, purtroppo diffuso, che vede profittatori senza scrupoli fare leva sullo stato di bisogno dei lavoratori per imporre condizioni indegne di un paese civile. Va intanto detto che operazioni di questo genere sono rese possibili dalla legge 199 sul caporalato, per il cui varo la Cgil ha lottato, e che ha introdotto l’indice dello stato di bisogno del lavoratore. Inoltre si evidenzia come le norme che rendono in lavoro precario aprano la strada allo sfruttamento dei lavoratori, all’illegalità e alle attività criminose”.

Lo dice il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, a proposito dell’indagine della procura di 
Catania che ha portato a due arresti e al sequestro preventivo di un supermercato a Biancavilla.

Mannino annuncia che la Cgil si costituirà parte civile. inoltre che i soggetti coinvolti “interessi in altri settori su cui la Cgil ha evidenziato criticità e su cui è il di indagare. Questo accade mentre il cerca di depotenziare gli strumenti contro lo sfruttamento e il caporalato, a partire dalla legge 199 del 2016, e anche la legge 231 del 2001 che ha introdotto la Tutto per le governo in competenza quando hanno anche dimostrato di avere rapporti con i collaboratori di cui la Sicilia hanno un, e in non si sta facendo nulla per potenziare gli organi ispettivi”.

Mannino aggiunge che “ricomporre il lavoro attraverso l’eliminazione di norme che favoriscono la precarietà e che portano allo sfruttamento sia oggi fondamentale. A questo puntano i referendum dell’8 e 9 giugno”

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