CATANIA – Prosegue l’attività dei Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania (N.I.L.) per contrastare il fenomeno del caporalato. Durante l’attuale campagna agrumicola, sono stati intensificati i controlli nella Piana di Catania, in collaborazione con i militari della Compagnia di Paternò. Alla fine dei controlli sono state denunciate quattro persone.
Il caporalato è una forma di sfruttamento lavorativo che colpisce soprattutto i lavoratori stranieri. Questo sistema illecito danneggia l’economia legale creando concorrenza sleale.
I controlli contro il caporalato a Paternò
I servizi ispettivi dei Carabinieri sono stati avviati nei principali punti di raccolta dei lavoratori. Attraverso attività di osservazione e pedinamento, sono stati ricostruiti i percorsi dei furgoni utilizzati per il trasporto nelle campagne. Durante le verifiche, sono stati individuati gruppi di braccianti stranieri reclutati in luoghi prestabiliti. Questi lavoratori venivano poi condotti presso aziende agrumicole della zona.
I lavoratori erano costretti a raccogliere un minimo di 50 cassette di agrumi al giorno. La retribuzione era di soli 90 centesimi a cassetta, in violazione del contratto collettivo nazionale che vieta il pagamento “a cottimo”. Chi non raggiungeva l’obiettivo giornaliero non veniva più chiamato a lavorare. Le condizioni di lavoro erano aggravate dalla totale assenza di misure di sicurezza e prevenzione degli infortuni.
Denunce e indagini
È emerso che uno dei caporali pretendeva dai braccianti la restituzione di parte della loro già bassa retribuzione. All’esito delle attività, i Carabinieri del N.I.L. hanno denunciato in stato di libertà quattro persone. Tra i denunciati figurano datori di lavoro e intermediari, tre italiani e uno straniero, di età compresa tra 32 e 71 anni. Sono ritenuti responsabili di sfruttamento lavorativo, ferma restando la presunzione di innocenza.
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