CATANIA – Tre persone sono state denunciate dai carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro durante un’operazione condotta contro il caporalato a Paternò. L’indagine ha fatto emergere un presunto sistema illecito di reclutamento e utilizzo di manodopera, in particolare ai danni di due lavoratori stranieri in condizioni di forte vulnerabilità.
I denunciati sono un trentaduenne di Biancavilla, con precedenti penali e presidente del consiglio di amministrazione di una cooperativa agricola, un trentottenne originario del Marocco residente ad Adrano, incensurato, che operava come intermediario e caporale per la stessa azienda, e un altro trentottenne con precedenti penali residente a Scordia, che collaborava di fatto con la cooperativa.
Il caporalato a Paternò
Secondo quanto accertato, i tre avrebbero impiegato due cittadini extracomunitari in condizioni lavorative altamente degradanti. I lavoratori ricevevano una retribuzione inferiore rispetto a quanto previsto dal contratto collettivo nazionale. Erano inoltre costretti a svolgere orari di lavoro eccessivi in ambienti privi delle minime condizioni di sicurezza.
Il trentottenne di origine marocchina è anche accusato di estorsione. Avrebbe minacciato uno dei due lavoratori di licenziamento, qualora non gli avesse restituito parte della già misera paga ricevuta.
Tutela per le vittime
I due lavoratori vittime del sistema illecito sono stati affidati a una struttura protetta. La struttura è gestita da un’organizzazione internazionale per le migrazioni, che garantirà loro assistenza e protezione.
Nelle ultime settimane sono stati diversi i controlli per caporalato da parte dei Carabinieri di Paternò.