PALERMO – Le speranze erano già appese ad un filo. E si sono spente nel cuore della notte, quando le sue condizioni sono precipitate. Antonino Cucuzza, il quindicenne ricoverato all’ospedale di Villa Sofia sei giorni fa dopo uno scontro avvenuto durante una partita di calcetto a Carini, è morto stanotte. Parenti ed amici gli sono stati vicino credendo fino all’ultimo in un miracolo: speravano che “Nino”, come tutti lo chiamavano, si risvegliasse. Volevano ancora una volta vedere il suo sorriso. Ma quel malore dopo la partita con gli amici si era rivelato molto più che un infortunio.
Il corpo di Antonino, nel pomeriggio del 25 aprile era rimasto immobile in mezzo al campetto, una pista di pattinaggio dismessa nell’area industriale di Carini. I suoi compagni, i sei giovani con cui stava giocando, avevano cercato di soccorrerlo, ma non dava segni di vita: la testata con un altro giocatore l’aveva scaraventato a terra, facendogli perdere conoscenza e rendendo necessario l’intervento dei sanitari del 118. Tutto è successo in un istante, per concludersi poi in tragedia: Antonino era infatti stato ricoverato prima al Trauma center, perché le sue condizioni erano gravissime. In coma farmacologico, non avrebbe dato alcuni segnali di ripresa, fino al decesso delle scorse ore.
“Nino sei nei nostri cuori non ti abbandoneremo mai per nessun motivo al mondo – scrivevano i suoi amici in un gruppo su Facebook dedicato al ragazzo -. Sarò sempre vicino a te, fino a quando non ti riprenderai del tutto, perché tu sei forte e ce la farai a riprenderti. Presto ti voglio molto bene”. E invece quelle preghiere non sono bastate. Il trauma cranico riportato dal quindicenne in seguito all’impatto si è rivelato gravissimo, e i medici non hanno potuto fare nient’altro per strapparlo alla morte.
Negli ultimi giorni i compagni di scuola e gli amici di Carini di Antonino avevano affollato la saletta nei pressi della stanza in cui si trovava il giovane studente. “Ci siamo organizzati per andare tutti lì – racconta Salvatore – e per fare coraggio a lui e alla sua famiglia. Eravamo in costante contatto per aggiornarci sulle sue condizioni di salute, ma le ultime notizie che ci sono arrivate dall’ospedale ci hanno distrutto. Antonino era un ragazzo pieno di vita, sempre molto disponibile, generoso. Ci manca già da quando è successo tutto, non ci diamo pace”. “Sì, ci ha provato. Ha lottato tra la vita e la morte per tutti questi giorni, Antonino era forte – dice Silvia -, ma adesso la sua famiglia ha bisogno di tutta la forza ed il coraggio possibile per affrontare questo momento”.