Le case, lassù, hanno balconi verde acqua con steli di gerani piegati dall’inverno, eppure le corolle sono ancora splendide. Nel cielo volteggia il fantasma del Natale quasi passato. I “Tombola!” gridati all’estrazione dell’ultimo numero, le fette di pandoro con le briciole di zucchero sulla tovaglia rossa. Effusioni e incontri familiari in dissolvenza.
Quaggiù la casa è una macchina sgarrupata, con i suoi stanzini in uno spazio ristretto. Poggiate accanto al parabrezza, ecco le medicine per i malanni di stagione. I vestiti sono sparpagliati sui sedili ridotti a cassettiere. Dietro, amoreggiano due pappagallini in gabbia. “Sono inseparabili e li abbiamo tenuti con noi, nonostante tutto”.
La voce narrante è quella di Maria che sopravvive in automobile con suo marito Carmelo, nella zona di via Resuttana. Un racconto dolce che mostra rossore di sé: “Ci siamo messi in una stradina un po’ appartata. Sa, ci vergogniamo della nostra condizione. Appena tre mesi fa abitavamo come tutti”. Maria parla. Carmelo è ripiegato al posto guida. Ha una brutta influenza. Tossisce e si torce, mentre il petto si alza e si abbassa con violenza.
Carmelo e Maria avevano una vita che si è schiantata ed è finita in mille pezzi sulla dura superficie della povertà. Lui, impiegato, ha perso il posto. Lei, badante, ha perso la persona che accudiva, perché è morta. Hanno pagato la bolletta della luce. Si sono resi conto che perfino l’affitto era un lusso. Hanno chiuso la porta. E sono in strada.
In tanta deriva hanno ricevuto il sostegno di una comunità evangelica e di Rino Martinez, cantautore, amico degli sfortunati, con la sua onlus ‘Ali per volare’. “Nessuno può considerarsi al sicuro – dice Rino -. Incontriamo sempre più famiglie schiacciate dall’indigenza. Basta che il lavoro si volatilizzi ed ecco che le notti al freddo restano l’unica soluzione. Se sei fortunato, hai un tettuccio di macchina per ripararti”. Carmelo tossisce sempre. Maria gli rimbocca la coperta. Sono marito e moglie dal 2009. Si sono conosciuti perché Maria assisteva la mamma di Carmelo. Da lì è nato un amore che li porta alla condivisione di tutto, nella buona e nella cattiva sorte.
“Noi non chiediamo la carità – dice Maria – vorremmo soltanto una opportunità. In effetti, non sappiamo nemmeno come chiedere. Sì, ci vergogniamo tanto. Io, per esempio, se devo caricare il telefonino, l’unica nostro contatto con il mondo, mi appoggio ai negozi del quartiere. Qualcuno è gentile, altri no”. Balconi e gerani. Il caldo di esistenze che si credono garantite. C’è chi ha trasformato la sua sicurezza in solidarietà. C’è chi scansa gli ospiti della macchina grigia, come se la disgrazia potesse contagiare, come se fosse una malattia. Rino commenta: “Ci salveremo con la generosità, non con l’economia. Tutti devono dare una mano, sapendo che domani potrebbero avere bisogno d’aiuto”.
Si fa tardi. Maria e Carmelo devono fronteggiare la notte incombente e salutano. Hanno un paio di coperte e una speranza stanca ma non arresa. I pappagallini inseparabili svolazzano nella gabbietta. I gerani lassù si preparano al freddo del buio che verrà.
Aggiornamento.
La storia di Carmelo e Maria ha colpito tante persone che si sono dette disposte ad aiutarli. Un ottimo segno di risveglio. Lunedì la coppia ha un appuntamento al settore delle Politiche sociali. Era programmato da una settimana, dicono dal Comune. LiveSicilia.it continuerà a seguire questa e altre vicende.