"Caro ministro, perché chi fa reato non sconta la giusta pena?" - Live Sicilia

“Caro ministro, perché chi fa reato non sconta la giusta pena?”

La lettera aperta di AddioPizzo Catania al guardasigilli Orlando (foto di repertorio).

Riceviamo e pubblichiamo
di
4 min di lettura

Signor Ministro,

le chiediamo scusa in anticipo se per scriverLe prendiamo in prestito lo slogan #alziamolavoce da lei usato nel suo recente tour siciliano per la corsa alla segreteria del PD. Lo facciamo perché, dopo anni di impegno sul territorio, riteniamo che, purtroppo, ci sia bisogno di alzare la voce nel tentativo di farci ascoltare da chi, come Lei, ha la responsabilità politica di assicurare il corretto funzionamento della giustizia, garantendo le legittime aspettative dei cittadini sul fronte della certezza della pena, tanto più che di recente al Senato è stato approvato il DDL che porta il suo nome. Tralasciando le valutazioni di natura squisitamente politica, che non ci competono, sulla opportunità di porre la fiducia su un provvedimento destinato ad incidere sulla vita di tutti i cittadini, ci chiediamo e le chiediamo: ma lei signor Ministro nel suo tour elettorale ha mai affrontato il tema della certezza della pena? Ha mai ascoltato la voce dei cittadini o si è limitato alle riunioni nelle varie segreterie eo comitati? Glielo chiediamo perché a leggere alcuni passaggi del suo DDL il dubbio ci assale.

Ricordiamo a noi stessi che il suo DDL, che punta molto sulle misure alternative alla detenzione, è stato preceduto nel 2014 dalla legge 117/2014 che ha fortemente limitato l’applicazione della custodia cautelare in carcere e, sempre nello stesso anno, dal cd. decreto svuota carceri, mentre nel 2015 è stata la volta del Decreto legislativo che ha, di fatto, depenalizzato i reati cd. tenui puniti fino a 5 anni, cui hanno fatto seguito i decreti legislativi nn. 7 e 8 del 15 gennaio 2016 che hanno previsto ulteriori depenalizzazioni, senza dimenticare il cd. indultino del 2003 e l’indulto del 2006. Tutti provvedimenti “giustificati” con il refrain le “carceri scoppiano e ce lo chiede l’Europa”, sebbene, ad onor del vero, e ci piacerebbe essere smentiti sul punto, non ci risulta che l’Europa abbia mai posto pregiudiziali su un eventuale e serio programma di edilizia carceraria (a proposito che fine ha fatto quello sbandierato urbi et orbi solo qualche anno fa dal suo collega Alfano? Glielo ricordiamo noi: un flop) nè ci risulta che l’Europa abbia mai chiesto al nostro paese di mettere in libertà i delinquenti. A scanso di equivoci e fraintendimenti chi le scrive signor Ministro rifugge da ogni istinto forcaiolo e considera la rieducazione di chi delinque un principio di civiltà giuridica, tuttavia non possiamo esimerci dal valutare i risultati di tutti quei provvedimenti che in questi anni sono stati adottati sotto il sacro vessillo della rieducazione ed il giudizio non può che essere negativo perché, a meno di voler mentire a noi stessi, sappiamo benissimo che alla sbandierata rieducazione del reo, che tale è rimasta solo sulla carta, consentendo ai “delinquenti cartaceamente riabilitati” di continuare a delinquere, ha fatto seguito un’assoluta mancanza di certezza della pena che ha insito il rischio di derive populiste, queste si veramente pericolose!

Vede signor Ministro noi oggi siamo davvero in difficoltà nel dover spiegare ai ragazzi delle scuole la ragione per cui chi oggi commette un reato non sconta la giusta pena e siamo ancor più imbarazzati nel dover dire loro che il precedente governo Renzi e l’attuale Ministro della Giustizia si stanno adoperando per far si che vi sia sempre un maggiore ricorso alle misure alternative alla detenzione anche nei confronti dei recidivi “eliminazione di automatismi e di preclusioni che impediscono ovvero ritardano, sia per i recidivi sia per gli autori di determinate categorie di reati…” si legge nel DDL che porta il suo nome.

Ci assale altresì un leggero imbarazzo, che vorremmo condividere con Lei e l’attuale esecutivo, nel dover ricordare, tra qualche mese, Falcone, Borsellino e i ragazzi delle scorte, sapendo che uno degli emendamenti al DDL recentemente approvato, ha ridotto del 50% il budget a disposizione delle Procure per le intercettazioni telefoniche, l’unico strumento veramente efficace nella lotta alla mafia. Un poco invidiabile primato anche nei confronti del ventennio berlusconiano. E che dire del divieto di utilizzare le intercettazioni telematiche per il reato di corruzione?

Abbiamo apprezzato il suo silenzio dei giorni scorsi di fronte alla notizia della cattura di un boss mafioso pluriomicida che avrebbe dovuto scontare l’ergastolo mentre invece era impegnato ad approntare un barbecue, immaginiamo infatti che sarebbe stato piuttosto imbarazzante, oltre che politicamente controproducente, dover spiegare ai cittadini che, nonostante i limiti previsti dall’ordinamento penitenziario, anche i mafiosi usufruiscono di sconti e benefici: la liberazione anticipata e la disciplina del reato continuato, ai quali nemmeno un rigo viene dedicato dal suo DDL, potrebbero essere solo alcuni esempi.

Per questo signor Ministro auspichiamo che durante il suo tour che dovrebbe condurla alla segreteria del PD Lei possa trovare il tempo di chiedere ai cittadini cosa pensano della certezza della pena nel nostro paese, rimarrà sorpreso dalle risposte e probabilmente comprenderà anche la ragione della crescente e pericolosa disaffezione verso una classe politica sempre più distante dal paese reale.

 

 

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