Intervistato da Radio 24, il prefetto di Palermo e commissario per l’emergenza immigrati Giuseppe Caruso, parlando della recente nuova ondata di sbarchi a Lampedusa ha detto: “Fino a ora il sistema ha retto. E sono convinto che, anche a fronte di altre migliaia di persone che dovessero arrivare, saremo in grado di affrontare la situazione. Poi, in base alla consistenza numerica, ci attrezzeremo”.
“Tutte le regioni – ha proseguito Caruso – dovranno contribuire ad affrontare l’emergenza immigrazione che non è solo un affare siciliano. Confermo questa impostazione. e proprio oggi il ministro Maroni incontrerà i prefetti allo scopo di individuare i siti italiani dove potere ospitare, in caso di emergenza, questi centri”. Nella notte, intanto sono arrivati a Lampedusa i 55 clandestini avvistati ieri pomeriggio ad una sessantina di miglia a sud dell’isola. I nordafricani sono stati fatti salire a bordo di una motovedetta della Guardia di finanza, che dopo il trasferimento ha fatto rotta verso il molo Favaloro.
Sono in gravi condizioni, e trasportati con l’elisoccorso a Palermo, due tunisini soccorsi stanotte nel canale di Sicilia da una motovedetta della guardia di finanza e giunti intorno alle 3 a Lampedusa. I due facevano parte di un gruppo di 55 migranti rimasti per alcune ore su un barcone in avaria a circa 50 miglia dall’isola. Una terza persona, con una crisi di ipotermia, si trova al pronto soccorso di Lampedusa.
Un immigrato tunisino ricoverato nel pronto soccorso di Lampedusa ha prima tentato di uccidersi tagliandosi le vene del polso e, quando la dottoressa ha tentato di soccorrerlo l’ha aggredita con le forbici chirurgiche puntandole alla gola del medico. L’immigrato è stato bloccato e per lui è stato disposto un Tso, trattamento sanitario obbligatorio. La dottoressa sta bene e al pronto soccorso sono intervenuti carabinieri.
Sarebbero fuori pericolo i due tunisini ricoverati nell’ospedale “Cervello” di Palermo, dopo essere stati trasferiti con un elicottero del 118 da Lampedusa dove erano giunti in nottata dopo essere stati soccorsi nel Canale di Sicilia insieme con altri 53 migranti. Le condizioni dei due extracomunitari, che accusavano gravi sintomi di assideramento, vengono definite stabili dei medici. Uno dei due tunisini, che soffre di diabete e gli è stato riscontrato un alto tasso di glicemia, è stato ricoverato nel reparto di endocrinologia; l’altro, che presenta una aritmia cardiaca, si trova ancora nel Pronto Soccorso.
Nessuna provocazione. Ma solo la volontà di vedere da vicino ciò che succede a Lampedusa: lo ha detto all’ANSA la leader del Fronte Nazionale d’estrema destra francese, Marine Le Pen, che lunedì prossimo intende raggiungere l’isola siciliana per parlare dei problemi legati ai flussi migratori. Ieri, il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, al Tg La 7, ha auspicato che la Le Pen “non faccia danni” e non usi “il territorio italiano per fare propaganda”. “Vado a Lampedusa nelle mie vesti di responsabile di un grande movimento politico della Francia e di deputata europea – ha detto oggi la Le Pen – Credo sia mio dovere farmi un’idea di ciò che sta accadendo”. “Da parte mia – ha tagliato corto – non c’é nessun intento provocatorio, ma solo una visione molto responsabile di questa problematica”.
“Aiutiamo i popoli della sponda sud del Mediterraneo a vivere dignitosamente a casa loro”. A lanciare l’appello dal suo blog è il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo. “Dovunque nel mondo – prosegue – i lavori più umili li hanno fatti i siciliani, come oggi li fanno i tunisini. Come potremmo essere inospitali o barbari con loro e respingerli? Dobbiamo però aiutarli nella loro terra e fare lì quello che non è stato fatto in Sicilia e nel sud dallo Stato unitario. Aiutiamoli a vivere dignitosamente a casa loro”. “Li si deve aiutare – spiega Lombardo – con un’agricoltura moderna e forse possiamo anche guadagnarci, perché se s’incentiva l’impresa agricola tunisina è possibile che l’Italia e la Sicilia possano avere un ruolo guida”. “Se non s’interviene tempestivamente – chiude il governatore siciliano – è inevitabile che gente disperata, per sfuggire ai dittatori e per cercare da mangiare per vivere, proverà ad approdare in Europa. E il punto avanzato dell’Europa siamo noi. Dovremmo svincolarci dall’apatia e dall’indifferenza dell’Europa per il Mediterraneo e fare fino in fondo la nostra parte”.