PALERMO – L’aumento indiscriminato dei biglietti aerei nelle tratte principali da e per la Sicilia hanno raggiunto, soprattutto nel periodo delle festività natalizie, picchi inaccettabili con cifre che si aggirano intorno ai mille euro, quando per volare, ad esempio, da Roma a Milano il costo è di 200 euro. Il movimento della tartaruga frecciata con i suoi militanti siciliani ha esposto un eloquente striscione all’ingresso del Vincenzo Bellini di Catania e del Falcone e Borsellino di Palermo, recante la scritta “Basta caro voli ! La Sicilia è Italia”.
“E’ abbastanza evidente che esistono delle Compagnie, ed è grave che una di queste sia proprio quella di bandiera, che operano quasi in regime di monopolio per le rotte maggiormente battute dai siciliani – scrive in una nota CasaPound Italia-. Ciò favorisce un’autonomia, nell’applicazione dei prezzi, inaccettabile e che diventa un vero e proprio cartello, nello specifico per Palermo e nella tratta su Roma, tra Ita e Ryanair. Dovrebbe esistere, come per la Sardegna, la cosiddetta continuità territoriale che imporrebbe, in qualsiasi periodo dell’anno, prezzi calmierati che agevolino gli spostamenti degli isolani da e per il Continente”.
“In questi giorni si sono alzate le proteste del Governo siciliano, grazie anche al fatto che proprio il presidente Renato Schifani è rimasto “a piedi”, costretto a rientrare a Palermo con la nave da Napoli per assenza di posti sui voli da Roma. Caro biglietti e pochi voli che hanno indotto la Giunta regionale a dare incarico immediatamente a una struttura legale specializzata in ricorsi all’Antitrust – si legge ancora nella nota -. Tutto giusto, ma nel frattempo i prezzi non si abbassano e ciò rappresenta non solo un danno per i siciliani che devono viaggiare, ma anche per il settore turistico che proprio nel periodo delle feste avrebbe potuto godere degli arrivi da tutto il mondo.
Caro Schifani – conclude Casa Pound – , non basta fare gli spot sulle tv nazionali, in Sicilia serve una seria politica della mobilità, a partire dal ponte sullo Stretto, di competenza del Governo centrale, progetto che ci vede favorevoli”.