Conclusa la marcia, ecco i commenti. Fioccano, infatti, le dichiarazioni degli esponenti politici di ogni colore, dopo la manifestazione per il lavoro e lo sviluppo organizzata da Confindustria e sindacati. E non mancano anche, in alcuni casi, i toni polemici.
È il caso, ad esempio, del presidente dell’Ars Francesco Cascio, che ha voluto segnare un solco tra l’Assemblea e il governo regionale: “Il segnale imponente e chiaro che viene oggi da sindacati e imprese che, mentre altrove si dividono, qui sfilano insieme in ben 25 mila, – ha detto Cascio – è un dato che non può essere ignorato dalle istituzioni dell’Isola, perché ciò vuol dire che gli effetti della crisi hanno raggiunto livelli insostenibili. L’Assemblea regionale siciliana – ha aggiunto – ha fatto fin qui la propria parte, ma non possiamo far finta di non vedere che alla nostra sollecitudine non è seguita un’altrettanta prontezza dell’esecutivo. È innegabile, infatti – ha concluso – che una legislatura in cui Governo e Parlamento si sono mossi a due velocità non è certo stata di aiuto e ora serve recuperare il tempo perso e ascoltare le istanze del mondo produttivo, perché la misura è colma”.
E a sostenere quell’esecutivo c’è anche il Pd che, attraverso il segretario regionale Giuseppe Lupo, ha dichiarato: “I governi nazionale e regionale ascoltino le proposte e le proteste lanciate dalle organizzazioni sindacali ed imprenditoriali, che stamattina a Palermo, hanno dato vita ad una manifestazione straordinaria sui temi dello sviluppo e del lavoro. La Sicilia – ha aggiunto Lupo – in questi ultimi anni è stata devastata dalla politica nordista del governo Berlusconi, ormai archiviata. Il governo Monti apre una nuova fase politica nazionale, che deve rilanciare lo sviluppo del paese, a partire dal Sud e dalla Sicilia”. Secondo il capogruppo dei democratici all’Ars Antonello Cracolici, “la politica ha il dovere di ascoltare le richieste che arrivano dalle imprese e dalle associazioni di categoria, e dar loro risposte. La mobilitazione di Palermo – ha proseguito Cracolici – dimostra la volontà di costruire un percorso fatto di dialogo e progetti concreti. Oggi sono arrivati una serie di spunti e proposte che abbiamo il dovere di elaborare e mettere a frutto, per sostenere al meglio il nostro tessuto economico e sociale”. “Il grido di aiuto che giunge dal mondo del lavoro siciliano impone alla politica una netta inversione di tendenza: ad un’emergenza sociale ormai conclamata si deve rispondere con provvedimenti al contempo straordinari e innovativi, ma soprattutto concreti ed immediati”, ha affermato invece Livio Marrocco, capogruppo di Fli all’Ars.
E proprio dall’Ars è partito un segnale di sensibilità nei confronti del tema del lavoro e dello sviluppo, con la nascita di un intergruppo parlametare di cui fanno parte trenta deputati guidati da Lino Leanza (Mpa) che ne ha anche proposto la costituzione. “L’obiettivo dell’intergruppo, che non è una iniziativa contro il governo e contro qualcun altro – ha spiegato Leanza – è quello di verificare se le leggi varate dal parlamento (crediti d’imposta, imprenditorialità giovanile e femminile, bonus occupazione) in tema di sviluppo e lavoro sono state attuate e in che modo, allo scopo di indicare le eventuali soluzioni per risolvere problemi di applicazione. L’intergruppo – ha aggiunto il deputato del Mpa – non si sovrapporrà alle commissioni e non sarà un surrogato. Organizzeremo incontri con le forze sociali, ma anche con i dirigenti regionali e il governo”.
Ma una critica molto dura alla politica siciliana arriva dal segretario regionale dell’Udc, Gianpiero D’Alia: “I 25 mila che sfilano in corteo a Palermo, sindacati ed imprese per la prima volta insieme, – ha detto – demarcano la linea di confine, tra una Sicilia che produce, che lavora, in una situazione di sofferenza economica gravissima, che chiede lavoro e misure immediate proprio per uscire dalla crisi e un’altra Sicilia, che oggi non sta in piazza, ma che rimane sorda alle necessità dei cittadini e si attacca ad antiquati bizantinismi e ‘inciuci’ per sopravvivere. Non e’ necessario aggiungere altro – ha proseguito -. La Marcia per il lavoro di oggi è già significativa del fallimento di questa politica nell’Isola, tutti compresi da chi amministra a chi lo ha fatto nel passato, e dell’incapacita’ di adottare misure per la ripresa, la crescita e lo sviluppo della Sicilia”.