PALERMO – Oltre 500 nuovi alloggi a Palermo, da Partanna Mondello a via Messina Marine, grazie alle cooperative finanziate dalla Regione. Ecco il risultato del primo bando di Edilizia economica e popolare del comune di Palermo, i cui termini scadranno il 30 settembre ma che ormai vede dieci soggetti al lavoro con Palazzo delle Aquile per la definizione dei progetti. Ora toccherà al consiglio comunale approvare le singole varianti, visto che si tratta di ex aree industriali da convertire in case, ma l’avvio dei cantieri è una buona notizia specie per un settore in crisi come quello dell’edilizia.
Dove sorgeranno le nuove abitazioni? Il gruppo più consistente sarà in via Aiace, a Partanna Mondello, al posto dell’ex cotonificio: qui hanno ottenuto il via libera le cooperative La Torre (50 alloggi), La Tartaruga (50 alloggi), 16 ottobre (60 alloggi), Università Policlinico (48 alloggi) e Giustizia (25 alloggi), per un totale di 233 case. A Tommaso Natale disco verde per la cooperativa La Tiziana, che costruirà 28 alloggi, mentre in via Messina Marine Esmeralda e Residence Brigna ne edificheranno rispettivamente 100 e 66. A piazza Scaffa toccherà a 16 ottobre, con 40 case, e in via Marinai Alliata (al posto dell’ex cereria Gange) a Eidson Immobiliare (80 alloggi).
“La delibera sul piano casa per le cooperative è un flop – dice il capogruppo di Forza Italia Giulio Tantillo – basti pensare che il fabbisogno abitativo per cui si era fatto l’avviso era di circa tremila alloggi, ma gli imprenditori, sfiduciati dal governo regionale e da quello di questa città, hanno preferito non investire. La commissione Urbanistica sta pensando a un secondo avviso che escluda qualunque cementificazione del verde cittadino. Ci auguriamo che l’amministrazione tenga conto delle varie istanze e dei suggerimenti che sono arrivati per rimodulare l’avviso da parte delle cooperative e dell’Ance”.
In totale, a conti fatti, saranno 547 le case che prenderanno il posto di ex aree industriali dismesse da almeno tre anni. Già, perché il Peep, ovvero il Piano di edilizia economica e popolare varato dal consiglio comunale nel 2013, prevede l’individuazione di aree in cui le cooperative che godono di finanziamenti regionali possono costruire case di circa 100 metri quadrati a prezzi bloccati (tra i 150mila e i 180mila euro). In teoria i bandi dovevano essere due: oltre a quello per le aree industriali, che è andato peggio del previsto, motivo per cui potrebbe esserne emanato un altro, ne era programmato un secondo per il centro storico, però mai partito.
“La delibera in questione ha una triplice ricaduta positiva – dice Pierpaolo La Commare del Mov139 – ovvero consentire alle cooperative di impegnare i finanziamenti regionali prima che vadano in scadenza; rispondere al fabbisogno abitativo delle classi meno abbienti; dare ossigeno al settore economico dell’edilizia oggi in forte crisi. Il tutto senza cementificare nuove zone della città, bensì riqualificando pezzi di territorio, nella fattispecie vecchi capannoni in disuso. I bilanci si fanno alla fine, ma se anche dovessero andare in porto i sei progetti oggi in stadio più avanzato, sarebbe comunque un successo poiché avremmo sottratto pezzi di territorio dall’attuale stato di degrado. Unico rammarico il non essere riusciti ad attivare il medesimo circuito virtuoso in centro storico”.