Continua e si arricchisce di nuovi capitoli la storia infinita tra l’assessorato regionale al Territorio e Ambiente, e i due ex dirigenti Gioacchino Genchi e Alessandro Pellerito rimossi per quattro anni dal loro incarico. Stavolta a far quadrato intorno ai due è la Cgil siciliana della Funzione Pubblica che diffonde un dossier in cui smonta passo passo le mancanze attribuite ai due dall’assessore Sorbello, nonchè le motivazioni alla base del loro allontanamento dal pubblico ufficio.
Italo Tripi, segretario regionale Cgil Sicilia, e Michele Palazzotto, segretario generale regionale della Funzione Pubblica, sono convinti sostanzialmente che i motivi alla base di questa sospensione vadano ricercati, più che nel mancato raggiungimento degli obiettivi programmati, in “un’azione di natura prettamente politica”. Michele Palazzotto va anche oltre definendo il caso Genchi-Pellerito “un vero e proprio caso di persecuzione” da parte dell’Amminstrazione regionale ai danni di due dirigenti che, al contrario, “andrebbero premiati per aver svolto efficacemente il proprio dovere”.
In un documento presentato alcuni giorni fa dal neo assessore al Territorio Pippo Sorbello venivano attribuiti ai due ex dirigenti alcune gravi inefficienze e diverse irregolarità legate alla gestione del proprio ruolo. Contestazioni “prive di fondamento” secondo i leaders del sindacato, che piuttosto invitano l’assessore “ad approfondire in maniera corretta le proprie indagini”. Allora perchè questo allontanamento? “Verosimilmente – dice Palazzotto – i problemi reali sarebbero da individuare nella posizione contraria, dei due dirigenti, alla realizzazione dei termovalorizzatori in Sicilia. Una scelta in aperta opposizione con gli interessi economici che comporterebbe questa opera”.
La Cgil, dunque, chiede al Palazzo di rivedere il provvedimento, attuando nel contempo una valida riforma della legge regionale 10.
“E’ una vicenda grottesca – ha detto il segretario generale Cgil Sicilia Italo Tripi – perchè in un periodo in cui si parla tanto di fannulloni, qui viene sospeso chi svolge il proprio dovere. E’ come se qui si stesse cercando di trasmettere il messaggio che nell’Amministrazione è meglio farsi i fatti propri”.