“A nessuna delle parti politiche conviene non rinnovare la convenzione per tutta una serie di problemi tecnici che comportano un esborso di circa 55 ml di euro”. E’ quanto si legge in una nota congiunta dei segretari della Fisascat – Cisl Salvo Barone, dell’Ugl-i.a. Antonino Mercadante e della Cisal Piero Giannotta in merito alla vicenda Gesip.
Le sigle sindacali “attendono con estrema urgenza il decreto ministeriale che ponga una soluzione strutturale alle problematiche delle società tutte attraverso processi di incentivazione all’esodo, internalizzazione e riqualificazione del personale” e “in attesa del proporranno alla Regione Siciliana l’acquisizione del 51% delle quote societarie di Gesip, considerata la già manifestata determinazione della giunta regionale che, in questa prima fase, sta già anticipando 5 ml di euro proprio per Gesip. Tale provvedimento proposto dalle scriventi, si articolerebbe nella acquisizione delle quote, facendo fuoriuscire Gesip dallo stato di liquidazione, nominando un amministratore unico della regione e, nel contempo usufruire delle somme (14 ml di euro) che Gesip ha vinto nei ricorsi effettuati nei confronti dell’erario”.
“Alla Regione – proseguono – chiederemo di farsi promotore della stipula di un contratto per l’affidamento dei servizi tra Comune e Gesip, trentennale, esattamente come già fatto per amia, magari attraverso un tavolo istituzionale presso la Prefettura di Palermo”. “I lavoratori – proseguono – continuerebbero ad essere impegnati, anche in assenza di convenzione tra le parti, in quanto non possono essere interrotti i servizi pubblici offerti da Gesip, per i quali l’azienda potrebbe richiedere liberamente importi maggiori da quanto determinato nelle convenzioni attuali; i lavoratori, ai quali viene applicato il ccnl multiservizi, grazie all’art.4 dello stesso ccnl, saranno garantiti per quanto concerne i livelli occupazionali. Ci chiediamo per quale motivo esasperare gli animi degli stessi lavoratori, considerando che se non si dovesse sottoscrivere la convenzione tra Gesip e Comune, lo stesso ente pubblico andrebbe in un evidente dissesto finanziario”.