Le sesta sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza della corte d’Appello di Palermo che condannava due presunti mafiosi sciacchitani in base alle intercettazioni. “Semplici frequentazioni per parentela, affetti, amicizia, comune estrazione sociale e ambientale, occasionali contatti, soprattutto in occasione di eventi pubblici (cortei, feste, funerali), in contesti territoriali ristretti, non possono di per se’ essere utilizzati come sintomatici dell’appartenenza a sodalizi criminali” è scritto nel dispositivo di sentenza.
La Cassazione inoltre evidenzia come per essere ritenuti affiliati bisogna “essere inseriti stabilmente e organicamente nella struttura organizzativa criminale” e che questa non la si deve desumere dalle frequentazioni che solo “possono essere indizio di pericolosità ai fini dell’applicazione di misure di prevenzione”.