Il panico e l'evasione: scampato alla strage di Casteldaccia assolto

Il panico e l’evasione: scampato alla strage di Casteldaccia assolto

Nel 2018 un fiume di fango uccise nove persone intrappolare in una villetta

Fu un’evasione dettata dal panico. Il panico di un uomo, Luca Rughoo, nel giorno in cui ricorreva il secondo anniversario della strage di Casteldaccia. Morirono nove persone travolte dalla piena del fiume Milicia, tra cui la madre, la moglie e il figlio di Rughoo.

L’imputato nel 2020 si trovava ai domiciliari. Lo avevano arrestato con l’accusa di estorsione e minacce nei confronti del titolare di un locale di Bagheria. Si allontanò da casa e il braccialetto elettronico applicato alla sua caviglia iniziò a suonare. Da qui il processo.

Il suo legale, l’avvocato Salvo Priola, ha ricostruito che l’imputato aveva avvertito i carabinieri. Stava andando al pronto soccorso. Lo dimostra il certificato del medico di guardia, che gli diagnosticò uno stato d’ansia. Il Tribunale di Termini Imerese lo ha assolto.


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