Lo stupro e la notte da incubo, pena ridotta per i tre che filmarono tutto - Live Sicilia

Lo stupro e la notte da incubo, pena ridotta per i tre che filmarono tutto

La violenza subita dalla ragazza statunitense. Il verdetto è arrivato ieri sera dai giudici della Corte d'appello di Catania. I fatti risalgono a 3 anni fa.
LA SENTENZA D'APPELLO
di
2 min di lettura

CATANIA. Le difese dei tre imputati, i catanesi Roberto Mirabella, Salvatore Castrogiovanni e Agatino Valentino Spampinato – che un venerdì sera di tre anni fa avrebbero stuprato in gruppo una diciannovenne americana che lavorava come babysitter a Catania – avevano rinunciato a insistere nella richiesta di assoluzione. E la stessa procura generale, in fase di requisitoria, aveva chiesto una riduzione di pena. Adesso i giudici della Corte d’appello di Catania, presieduti dal giudice Antonino Fallone, hanno emesso la loro sentenza, che riduce da sette anni a 4 anni e 2 mesi le pene inflitte in primo grado a Mirabella e Castrogiovanni, e da sette anni e sei mesi a 4 anni 4 mesi per Spampinato, imputato anche perché avrebbe continuato a molestare la ragazza mentre la riaccompagnava a casa dopo stupro.

La sentenza è stata pronunciata ieri sera. I fatti sarebbero avvenuti a due passi dalla centrale piazza Europa. Qui la ragazza sarebbe stata letteralmente trascinata dai tre, che l’avrebbero stuprata in gruppo riprendendo anche la scena con un telefonino. Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini e del giudizio abbreviato, la giovane vittima, che non parlava la lingua italiana ma la capiva perfettamente, era stata approcciata dai tre in un bar vicino al teatro Bellini, mentre si trovava con un’amica. Qui le avevano offerto da bere e per poi convincerla a spostarsi in un altro bar. Ma in strada, girarono per una zona isolata e abusarono di lei.

A quel punto, dopo una notte da incubo, lei trovò il coraggio di raccontare tutto a sua madre e alla sorella, che la incoraggiarono a chiedere aiuto alla famiglia presso cui lavorava. Contattarono un ufficiale dell’Arma dei carabinieri, che indicò la strada giusta: presentarsi in caserma a denunciare. Gli investigatori della stazione di Piazza Verga, coordinati dai magistrati della Procura di Catania,hanno identificato i violentatori e li hanno messi sotto indagine. Il processo di primo grado, poi, si concluse con le condanne. E ora si è giunti al verdetto in appello. Non appena saranno depositate le motivazioni della sentenza, si apriranno i termini per eventuali ricorsi in Cassazione da parte dei difensori.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI