CATANIA – Si gode il suo strameritato settimo posto il Catania. E martedì, alla ripresa degli allenamenti, la doppia seduta in programma a Torre del Grifo avrà il compito di inaugurare la settimana corta che porterà dritti dritti all’anticipo di sabato pomeriggio in terra sarda. E’ già tempo di pensare al Cagliari. Vero. Tuttavia, non si può non tenere in considerazione il clima di entusiasmo e di fiducia che si respira in città attorno alla bella realtà costruita dal sodalizio rossoazzurro. Contro la Lazio è arrivata la certezza che il Catania, oggi, ha a disposizione uomini in uno stato di forma pazzesco. Giocatori che qualcuno aveva scartato troppo in fretta (vedi Almiron o Legrottaglie capaci di un’annata sinora parecchio vicina alla strordinarietà); oppure, calciatori che erano ritenuti ancora acerbi per il nostro calcio (leggi lo stesso Gomez o Barrientos). Ed, invece, il Catania è lì. A sbalordire tutti. E non solo per una classifica che scaccia via di ben sette punti la zona rovente e traballante del campionato: ma anche e soprattutto perché i rossoazzurri giocano bene al calcio. Danno del “tu” al pallone anche con naturalezza disarmante.
Ed in questo è stato superbo Rolando Maran nel non voler stravolgere l’ossatura di una squadra che già l’anno passato pareva conoscersi a memoria. Certo, alcune amnesie sono state determinanti ai fini del risultato (come a Firenze o a Bologna) ma gli stessi etnei lo hanno ripetuto a più riprese: “Siamo all’inizio e sappiamo che dobbiamo lavorare per migliorare”. Di certo, in città si è riaccesa la passione: abbassare l’asticella dell’ambizione, oggi, sarebbe un delitto.