Catania, il codice dei signori della droga - Live Sicilia

Zia Franca, agnello, bambina: il codice dei signori della droga

I particolari del blitz Blanco. In manette il figlio del boss Nuccio Ieni e Michele Schillaci.

CATANIA – C’è anche il figlio di Nuccio Ieni, Francesco tra gli arrestati del blit Blanco scattata nella notte a Catania. Ma nei nomi inseriti nell’ordinanza firmata dalla gip Chiara Di Dio Datola è inserito il nome di Michele Schillaci, considerato fino al suo arresto tra i ‘capi’ del coordinamento di Cosa nostra catanese. L’ex reggente del gruppo Nizza dei Santapaola – come filone narcos della famiglia – è tra i protagonisti dell’operazione Agorà dei Ros. 

Ma torniamo alla retata della Squadra Mobile. Sono due i gruppi di spaccio messi a tappeto dalla polizia. La prima è quella in cui fa parte il ‘figlio d’arte’ Francesco Ieni, assieme a Lorenzo Ferlito, Maurizio Saliti, Alessandro Robortella (calabrese) e Carmelo Bellomia. Le intercettazioni hanno incastrato gli spacciatori. E non sono bastati nemmeno i depistaggi in codice. Addirittura anche i nomi erano criptati: Denise per Maurizio Salici, zia Franca per Francesco Ieni e Letizia per Lorenzo Ferlito. La marijuana è invece individuata con “agnello” o “copertoni”. Quando si parla della “bambina” invece, gli Ieni Boys si riferiscono a un ‘minorenne” utilizzato per le consegne di droga. Sono un gruppo che avrebbe avuto a disposizioni anche delle armi. “I bambini e il gioiellino’ sta ad indicare la pistola carica di cartucce. A casa di Ieni alla fine del 2019 i poliziotti hanno sequestrato una pistola beretta calibro 7,65 con 11 cartucce. 

Il modello comunicativo è quello delle utenze “citofono” (sms inviati a un circuito chiuso di cellulari): una prova per la gip dell’associazione criminale. Le riunioni del gruppo di spacciatori sarebbero avvenuto a casa di Ciccio Ieni (già in passato coinvolto in blitz sul traffico di droga), in via dell’Adamello 29. Il figlio del boss dei Pillera-Puntina (da poco arrestato nell’operazione Consolazione) aveva contatti anche con il fornitore calabrese Alessandro Robortella. Ferlito avrebbe avuto il ruolo di cedere la marijuana in un bar di Corso Indipendenza. Carmelo Bellomia ha aiutato Ieni a saldare un debito con il fornitore e Maurizio Salici invece era nel canale dello smercio che avvenivano a casa, al civico 15 di via Dell’Addamello. 

Del secondo gruppo finito nel mirino della polizia farebbe parte il boss della droga Michele Schillaci. Assieme a Michele Fontanarossa e gli altri arrestati nel blitz avrebbe costruito un canale con la Calabria per vendere cocaina a Catania e Canicattì. Anche in questo caso si comunicava tramite sms. In questo caso nessun nomignolo in codice, ma una corrispondenza molto affettuosa tra i sodali. “Amore mio, amore, amò…”, così si aprivano le conversazioni captate dalla polizia. 


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