CATANIA. Incastrato tra le rocce laviche del lungomare catanese c’era di tutto. Non è un modo dire: c’era davvero di tutto. Non soltanto plastica ma persino un materasso portato lì con la certezza di inquinare. E fare danno.
In una domenica come quella di ieri che le alte temperature di stagione hanno consegnato più al relax che alla fatica, proprio loro i volontari di Plastic Free sono stati ancora una volta d’esempio.
A darsi appuntamento un centinaio di persone. Un vero e proprio arruolamento colorato e determinato di donne, uomini ma anche bambini ai quali tramettere un insegnamento forte come quello della tutela ambientale. Non è filosofia. E nemmeno un concetto sul quale lasciarsi andare ad ilarità fuori luogo. Perchè in ballo c’è la nostra stessa sopravvivenza.
Ed anche ieri, così com’è accaduto in molte altre iniziative, il movimento di Plastic Free ci riconduce al danno irrimediabile che si sta perpetrando. Responsabilità delle istituzioni, certo, che sorvolano sugli interventi da portare avanti affinchè questo scempio non accada. Una negligenza che non può più essere tollerata. Ma responsabilità anche, e soprattutto, di chi incivile ha deciso di esserlo sporcando e deturpando senza alcuna minima crisi di coscienza.
Qual è il risultato? Una parte di risposta sta nell’essersi ritrovati a riempire in nemmeno duecento metri di costa ben cento sacchi di rifiuti. Ed il lavoro fatto è stato solo una parte: quello che riguarda quella parte di lungomare.
Ma c’è una buona notizia, quantomeno incoraggiante: che ci sono ancora una città ed un territorio che non sono disposti ad arrendersi. Donne, uomini e bimbi: con un volto, un nome. E una coscienza.