LICODIA EUBEA (CATANIA) – Un odio profondo, viscerale, maturato nelle campagne della profonda Sicilia. Allevatori contro nel Calatino, a metà strada tra Mazzarrone e il minuscolo centro di Licodia. Da una parte i due presunti assassini: Sebastiano e Nunzio Nuccio Montagno, entrambi pastori. Dall’altra le vittime, Giuseppe Destro, cinquantenne, caduto sotto i colpi di un fucile da caccia; e suo fratello Carmelo, che si è salvato dopo esser stato portato in elisoccorso al Cannizzaro di Catania.
Era il 26 febbraio 2018 e la scena del delitto una zona dove insistono vari terreni da pascolo, contrada Giurfo. Carmelo poi morirà durante il processo, ma per un grave male, non come conseguenza delle ferite riportate.
La sentenza di primo grado
Per omicidio e tentato omicidio, due anni fa, sono stati condannati a 30 anni i due Montagno, originari di Tortorici ma allora residenti a Vizzini, nel catanese. Pienamente assolto invece un terzo imputato, Salvatore Montagno, “per non aver commesso il fatto”. Ieri mattina si è aperto il processo d’appello. A ricorrere sono stati i legali dei due condannati. Ma anche la Pg, che contesta l’assoluzione di Salvatore. Quest’ultimo al giudizio di primo grado è stato difeso dagli avvocati Francesco Antille e Domenico Acciarito.
L’avvocato Antille, dopo l’assoluzione, aveva parlato della fine di un incubo durato 4 anni. Il suo assistito, dopo la sentenza di assoluzione – emessa dalla Corte d’Assise di Catania, presieduta da Enza Di Pasquale, giudice a latere Anna Scirè – è stato rimesso in libertà, lui che era stato arrestato ai domiciliari per il delitto. Il processo di secondo grado si è aperto ieri, come detto. Poi i giudici della Corte d’appello hanno rinviato tutto al prossimo 6 maggio. Sarà quello il giorno del giudizio.
Gli imputati hanno respinto le accuse
A sei anni di distanza dall’agguato in campagna, dunque, si torna in aula. Le difese chiedono l’assoluzione degli imputati, che hanno sempre respinto le accuse. Nel corso del processo di primo grado, in Corte d’assise, sono servite due perizie e l’audizione di numerosi testimoni. Alla fine il movente dei contrasti tra pastori ha retto. Ma la parola ora passa ai giudici d’appello.