Mafia, quel tentativo di Ercolano di "imporre" la famiglia sul territorio

Mafia, quel tentativo di Ercolano di “imporre” la famiglia sul territorio

La forza del clan e il business della droga

CATANIA – Sebastiano Ercolano stava progettando di recarsi in Spagna. Qui avrebbe avuto la possibilità di acquistare la droga a prezzi assolutamente concorrenziali: tutto grazie ad un fornitore con il quale comunicava su telefoni criptati. Prezzi dello stupefacente al ribasso che gli avrebbero consentito di guadagnarsi una posizione di preminenza sul mercato catanese.

L’inchiesta

Tra le maglie dell’inchiesta Leonidi, che poco prima di Natale ha fatto scattare 9 arresti, emerge il piano di lavoro e le ambizioni del clan. Lo stesso Ercolano viene intercettato e parla del progetto spagnolo:
“E io tanto la compro pure quella della Spagna, ti ho detto vieni con me, ci vieni con me giorno 20? Ci facciamo..un due giorni. Vitto e alloggio ci danno, tutte cose…devo portare solo i soldi in tasca (…) E io ti faccio vedere cosa combiniamo appena la usciamo (…) come guadagniamo anche noialtri i soldi”.

La forza del clan

Ad appena vent’anni, Seby (così com’è conosciuto) Ercolano, figlio del noto ergastolano Mario imparentato con Aldo che venne condannato per l’assassinio del giornalista Pippo Fava, prova a rafforzare il peso specifico della propria famiglia all’interno della mappa criminale del territorio catanese. Un progetto – come abbondantemente già riportato – che ha finito col trovare un ostacolo nella persona di “u puffu”: ovvero, quel Pietro Gagliano dei Cappello che ha finito col creare ben più di una semplice frizione con il cosiddetto gruppo della Stazione.

Droga e videochiamate

Ma è la droga il business naturale sul quale si poggia tutto.
In una videochiamata dello scorso 15 novembre, Samuele Romeo chiedeva a Sebastiano Ercolano 4 chilogrammi di cocaina spiegando di essere disponibile al pagamento in contanti. Ercolano assieme a Santo Di Bella si attivano subito proponendo però una partita di cocaina più cara rispetto a quella più facilmente reperibile. Questo perchè si trattava di una qualità migliore.
Di Bella: “È mandorlata vita! È un mostro la cosa! Non ci sono…in base al ragazzo che è…mpare…zenith…zenith…va bene? Adesso vedo se ti posso mandare la foto con Seby però rispondi al telefono, ti ha fatto cinquanta telefonate”. 

Romeo conferma l’ordine di oltre un chilo di coca al prezzo di 32 mila euro, fissando l’incontro per l’indomani: “Va bene vita, te lo sto bloccando questo “paio di scarpe”. Ci vediamo domani qua alle sei, puntuale”. 

Fiumi di cocaina

Proprio in questa fase, Sebastiano Ercolano e Santo Di Bella manifestavano al cognato di Romeo “la propria disponibilità a rifornirlo stabilmente anche con un chiodi cocaina a settimana: “Se il prodotto gli piace, a disposizione!”. Quando vuole chiama…anche uno a settimana gli devi dire glielo favorisco…se a lui gli serve allora uno alla settimana glielo posso mettere di lato però lui mi deve dare la sicurezza! Se io con lui ho la continuità uno alla settimana glielo faccio mettere di lato fisso, hai capito?”.

Subito dopo, rimasti soli, Ercolano e Di Bella commentavano i guadagni che sarebbero arrivati: “Due, tre di questi anche se venissero una volta ogni quindici giorni”… “Voliamo!”.
Appena qualche settimana dopo, il blitz dei carabinieri ha posto fine ai programmi del clan.


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