Le dimissioni del vicesindaco di Palermo, Ugo Marchetti, non hanno mancato di sollevare polemiche e interrogativi sui motivi che hanno spinto l’ex generale al passo indietro. Dimissioni giunte quasi all’improvviso e causate dai contrasto con Orlando e parte della giunta, ma non solo.
“Davanti ai conti del Comune è scappato a gambe levate”, dice l’assessore Giusto Catania in un’intervista all’edizione locale de La Repubblica. Catania conferma la divergenza di vedute sul bilancio – “A lui interessava che i conti fossero in ordine, io non sarò mai d’accordo sull’aumento della Tarsu” – e si spinge anche più in là: “Rischiamo di andare davanti alla Corte dei Conti per la Gesip? Va bene, io conosco 1e 1800 famiglie, Marchetti no”. E giudica anche una “follia” la proposta dell’ex collega al Bilancio di vendere le aziende. “Ha deluso, diciamo che ha goduto di una buona stampa. Ha ottime qualità ma non è stato in grado di dimostrarcele, non abbiamo nemmeno uno straccio di bilancio”.
Parole pesanti, nei confronti dell’ex collega di giunta, che hanno sorpreso non poco il diretto interessato. “Lascio le offese e le falsità alla gente come lui, che non merita di chiamarsi Giusto”, ha detto Marchetti a Livesicilia, aggiungendo: “Sapevo che quelli che fanno male vengono cacciati, ma non credo sia avvenuto questo nel mio caso. Si potrà anche dire il contrario, ma garantisco che mi è stato chiesto più volte di restare ma non ho potuto farlo”. Il magistrato della Corte dei Conti nega di aver proposto l’aumento delle tasse – “Era una opzione come tante” – e rivela: “Catania il giorno dopo mi ha anche chiamato dicendomi cose diverse, evidentemente si è fatto un concetto sbagliato della mia persona. Non voglio polemizzare o rispondere, il livello non è adeguato. Non risponderò mai ai giusti catania”.
Però una cosa tiene a precisarla, l’ex vicesindaco: “Non ho mai voluto vendere le aziende, io sono un fermo sostenitore delle potenzialità del pubblico e dello Stato”, come peraltro aveva già dichiarato in un’intervista a Livesicilia qualche giorno dopo il giuramento in giunta. Parole che danno l’idea di quanto sia ancora tesa l’aria a Palazzo delle Aquile, che adesso dovrà nominare in fretta e furia un sostituto di Marchetti, probabilmente già nella giunta di domani, per evitare di presentarsi mercoledì alla stampa senza un responsabile per il Bilancio, divenuto la vera emergenza di Palermo.
LA CONTROREPLICA DI GIUSTO CATANIA
“Ma se non voleva aumentare le tasse e avviare la privatizzazione delle aziende, allora spieghi perché si è dimesso”.