CATANIA – “Dopo l’arresto di Napoli era questo Ciccio Russo che aveva la reggenza della famiglia Santapaola. Io l’ho incontrato solo un paio di volte, evitavo di andare a parlare con Russo”. Non è chiaro se le rivelazioni del nuovo pentito Rosario Bucolo, che ha parlato così del presunto uomo d’onore “riservato” Francesco Russo, potranno entrare nel processo con rito abbreviato
E questo perché il processo Ombra oggi arriverà a un momento cruciale. La parola passa, infatti, al pm per la requisitoria, dinanzi al Gup Maria Ivana Cardillo. L’udienza si celebra con rito abbreviato. Russo è difeso dagli avvocati Salvo Pace e Giuseppe Rapisarda. L’accusa è quella di associazione a delinquere di stampo mafioso con l’aggravante di essere capo e promotore della cosca. Dopo la requisitoria, arringhe degli avvocati, poi la sentenza di primo grado.
L’accusa al processo
Per l’accusa, il ruolo di capo di Russo durerebbe dal 10 novembre 2022 “all’attualità” (cioè fino a quando non è scattata l’operazione Ombra). Secondo la Dda, nonostante la teorica riservatezza del suo status, sarebbe anche uscito allo scoperto. Il 31 ottobre dell’anno scorso, dopo un banale litigio sul lavoro, sarebbe brutalmente passato dalle parole ai fatti.
Avrebbe aggredito, secondo l’accusa, assieme ad altre due persone un uomo sul lavoro. Uno avrebbe usato una mazza da baseball e l’altro gli avrebbe sparato gambizzandolo, a bruciapelo. Il movente? La vittima dell’aggressione gli aveva mancato di rispetto. Russo si sarebbe fatto rispettare a modo suo.
Il riconoscimento del pentito
Quando gli investigatori, alla presenza dei magistrati della Dda di Catania, gli hanno mostrato la foto, non ha avuto dubbi: “Riconosco Ciccio Russo. Si tratta di quel Ciccio Russo del quale io ho già parlato nei precedenti verbali”. Poi è passato al dettaglio della cronaca degli incontri che ha avuto con lui.
“L’ho incontrato entrambe le volte al Centro Colori come ho già riferito. Una prima volta l’ho incontrato quando me lo ha presentato Ciccio Napoli e una altra volta, l’ho incontrato, sempre casualmente al Centro Colori. Io mi lamentavo della gestione della famiglia da parte di Russo perché non era uno all’altezza di portare lo sterzo come dicevo io”.
Mirabella, lo “specchio” di Russo
Alla domanda se lo riconosca come “reggente della famiglia comunque anche se non riteneva che avesse queste grandi capacità criminali?”; Bucolo risponde: “Nonostante questa mia opinione personale, laddove mi avesse mandato a chiamare mi dovevo mettere a disposizione perché era lui il reggente della famiglia Santapaola all’epoca”.
Ma per quale motivo non era semplice parlare con Russo? Risponde sempre il pentito, parlando del presunto mafioso che è in carcere e sottoposto al regime del 41 bis: “Perché lui usava come “specchio” Turi Mirabella (…). Mirabella era il suo referente personale, era Mirabella che andava, su incarico dello stesso Russo, agli appuntamenti al posto di quest’ultimo e poi riportava a Russo il contenuto dell’incontro. Russo era molto riservato, non prendeva appuntamenti con nessuno. Si vedeva solo con quello del centro colori come ho riferito negli altri verbali”.

