“Quali saranno le conseguenze del no del consiglio comunale all’aumento della Tari?” È stata questa la domanda diretta che Santi Bosco, presidente della Commissione Bilancio al Consiglio Comunale di Catania, ha chiesto alla ragioniera generale Clara Leonardi. La funzionaria infatti oggi è stata audita – nelle forme della videoconferenza – dai consiglieri comunali nel corso della seduta della commissione. Le previsioni avanzata dalla Leonardi sono drammatiche, ipotizzando un “dissesto nel dissesto”. “Le previsioni che sono arrivate in ragioneria non sono in linea con il bilancio stabilmente riequilibrato. E questo è dovuto per due fattori esogeni: uno l’aumento dell’energia elettrica che ha fatto schizzare i costi della manutenzione portandoli da 3 milioni circa a 7 milioni (e già siamo a oltre 4 milioni e mezzo in più e due il problema della discarica”, spiega Leonardi ai consiglieri. Aggiunge che per gli enti in dissesto i costi devono essere coperti con il massimo delle tariffe. E nel caso “della Nettezza Urbana con la Tari”. “Qualora questo non si facesse – spiega la ragioniera – avremmo diversi problemi. Non abbiamo soldi per pagare la discarica e quindi si creerebbe un debito fuori bilancio. E poi la discarica di Lentini è sotto amministrazione giudiziaria e quindi in caso di mancato pagamento chiude il conferimento”. I consiglieri hanno ascoltato il quadro (preoccupante) dipinto da Clara Leonardi ma hanno annunciato che non c’è alcuna intenzione di votare l’aumento della Tari, vista anche l’emergenza spazzatura in città. Sebastiano Anastasi di Grande Catania ha definito la delibera dell’aumento della Tari “un piatto avvelenato” che è stato consegnato al Consiglio Comunale dai burocrati di Palazzo degli Elefanti. Per il consigliere autonomista la palla deve passare alla politica regionale e nazionale. Non ci sono più alibi.
Le previsioni drammatiche. E i consiglieri fermi al no sulla delibera. "Serve l'intervento della politica".
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