L'ultima settimana di una campagna elettorale senza acuti

Catania, ultima settimana di una campagna elettorale senza acuti

Domenica e lunedì si vota

CATANIA. La presenza, seppur veloce, di Matteo Salvini ieri a Catania ha aperto ufficialmente l’ultima settimana di campagna elettorale. Quella che vedrà i big della politica nazionale far passerella ai piedi dell’Etna.

Per Elly Schlein sarà un ritorno, per il leader della Lega pure (tornerà infatti venerdì per stare sul palco con Giorgia Meloni e Antonio Tajani). I cinque stelle schierano invece gli ex presidenti. Cioè, Roberto Fico e Giuseppe Conte, gli ex rispettivamente della Camera dei deputati e del consiglio dei ministri. 

L’ultima settimana

Una settimana con i fuochi d’artificio che fa il paio, però, con una campagna elettorale che non ha mai acceso davvero i motori. O, se lo ha fatto, ha ingranato soltanto le marce più basse. In che senso? Nel senso cioè che quanto è avvenuto negli ultimi mesi, quelli spesi dai partiti per individuare i candidati alla carica di primo cittadino tra ritiri, bocciature e sgambetti, ha appassionato molto poco i cittadini.

E forse – per una volta – anche gli stessi addetti ai lavori. Non è una questione di programmi (alcune cose da fare sono state già decise indipendentemente dalla politica locale) o dall’analisi dei problemi da risolvere (quelli di sempre: traffico, sicurezza, rifiuti, dispersione scolastica). 

Campagna elettorale delle idee

E non è neanche questione di assenza di dibattito. Non fosse altro che – e noi di LiveSicilia siamo stati allo stesso tempo testimoni e agitatori – da settembre in poi il confronto pubblico è stato aperto. Appena conclusa la doppia tornata per le politiche e le regionali, in tanti hanno avanzato le proprie idee. 

Mancato confronto tra candidati? Tutt’altro. Il problema è stato semmai diametralmente opposto: troppi eventi in calendario. Tant’è che più di un candidato – a microfoni rigorosamente off – ci ha confidato: “Incontri inutili, stancanti e ripetitivi”. 

E dire che in questa campagna elettorale, sono stati prodotti anche documenti di buon livello dalla società civile. L’impegno dei volenterosi è finito nero su bianco. Un dato che dovrebbe incoraggiare la politica a far bene. Tuttavia, la competizione non sembra lo stesso mai essere davvero entrata nel vivo. È vero, alcuni caf sono andati oltre la loro mission istituzionale. In passato s’è visto di peggio, probabilmente. Anche le tipografie sembrano andate in avaria: pochi santini e scarse affissioni selvagge. Si dirà che in epoca 2.0 l’elezioni si vincono su WhatsApp. Sarà… 

Il problema dei problemi

Ma il problema vero sembra un altro. Sono i dati a parlare chiaro. Il 25 settembre scorso, soltanto il 50,98% dei catanesi si è recato alle urne. Gli altri, quasi la metà, hanno preferito fare altro. Certo, stavolta si voterà in due giorni e nel frattempo la politica nazionale ha varato una radicale trasformazione di genere, sia al governo che all’opposizione.

Ma l’astensione è l’astensione. E fa sempre male. Una febbriciattola che segnala un’infezione più ampia. Sicuri che il corpo elettorale sia già guarito? Vedremo. Il problema intanto è sul piatto ed è enorme. Ma in queste settimane se n’è parlato pochissimo. Come se la questione non riguardasse davvero Catania. Invece ne è lo specchio apatico.  


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