Catania, Università bandita: intercettazioni “ammissibili” - Live Sicilia

Catania, Università bandita: intercettazioni “ammissibili”

Oggi udienza tecnica in vista della deposizione dei primi testimoni e del conferimento dell’incarico ai periti fonici.
IL PROCESSO
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CATANIA. Le intercettazioni effettuate dalla Digos nel corso dell’inchiesta “Università Bandita”, su una serie di concorsi e assegnazioni di cattedre che, secondo la Procura catanese, sarebbero stati in qualche modo truccati, saranno utilizzabili ed entreranno nel fascicolo del dibattimento. Lo ha deciso stamani la seconda sezione penale del Tribunale di Catania, presieduta dalla giudice Enza De Pasquale, all’aula bunker di Catania.

I giudici hanno poi rinviato tutto a lunedì 16 gennaio, per sentire i testimoni. Stamani è stato ascoltato solo uno degli investigatori, ma l’audizione è durata solo pochi minuti. Gli interrogatori più attesi, compreso quello del dirigente della Digos che ha coordinato le indagini, sono in programma nelle prossime udienze. Le liste dei testimoni erano state ammesse alla scorsa udienza. Poi i difensori di alcuni imputati avevano chiesto l’inutilizzabilità delle intercettazioni, ma i giudici come detto solo oggi si sono pronunciati respingendo l’istanza. Nel corso della prossima udienza dovrebbe essere conferito l’incarico ai periti fonici per la trascrizione delle conversazioni captate.

Il processo è già passato dalla riunificazione dei due tronconi in cui era stato diviso, tant’è che gli imputati adesso sono 54: nove provengono dal filone che vedeva indagati, tra gli altri, gli ex rettori Francesco Basile e Giacomo Pignataro, oltre a sette professori e capi dipartimento dell’Università catanese. Altri quarantacinque, invece, provengono dal secondo troncone, dove figuravano, tra gli altri, i nomi dell’ex sindaco di Catania Enzo Bianco e dell’ex procuratore di Catania Vincenzo D’Agata.


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