Rifiuti, inchiesta su Oikos e Rap: ammesse le parti civili

Rifiuti, inchiesta su Oikos e Rap: ammesse le parti civili, udienza rinviata

Coinvolti 25 imputati

CATANIA – Il giudice dell’udienza preliminare Luigi Barone ha ammesso tutte le richieste di costituzione di parte civile presentate nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dei rifiuti che coinvolge la società partecipata Rap di Palermo e le discariche “Valanghe d’inverno” e “Tiritì” dell’Oikos, situate tra Misterbianco e Motta Sant’Anastasia.

Hanno ottenuto l’ammissione come parti civili i Comuni di Misterbianco e Motta Sant’Anastasia, la Città Metropolitana di Catania, il comitato “No discarica”, l’associazione Zero Waste Sicilia, Legambiente e Codacons. Non si sono invece costituite il ministero dell’Ambiente, la Regione Siciliana e il Comune di Palermo, tutti individuati come parti offese dalla Procura di Catania.

Udienza aggiornata per eccezione di competenza

L’udienza è stata aggiornata al prossimo 9 ottobre, quando il gup si esprimerà sull’eccezione di incompetenza territoriale sollevata dalle difese. Nella stessa data verranno sentiti anche alcuni degli imputati che hanno chiesto di accedere al rito abbreviato.

Coinvolte 25 persone

La Procura di Catania ha chiesto il rinvio a giudizio per 25 persone, tra cui Salvo Cocina, attuale capo della Protezione civile siciliana, all’epoca dei fatti dirigente generale del dipartimento regionale Acqua e rifiuti. Tra gli imputati anche gli imprenditori Orazio e Domenico Proto.

Le indagini, condotte dai Carabinieri del Noe e dalla sezione di Polizia giudiziaria dell’Arma, ipotizzano il conferimento illecito, da parte della Rap di Palermo, di rifiuti urbani indifferenziati nelle discariche Oikos, nonostante la normativa prevedesse il conferimento della sola frazione secca. Alla base dell’irregolarità, secondo l’accusa, ci sarebbe l’inefficienza degli impianti Tmb (Trattamento meccanico biologico) in uso a Bellolampo.

La Procura ha acceso un faro anche sul progetto di ampliamento delle discariche Oikos. In particolare, secondo l’accusa, Natale Zuccarello e Gianfranco Cannova, rispettivamente dirigente e funzionario della Regione Siciliana, avrebbero omesso controlli sull’impianto di percolato, autorizzando la prosecuzione della gestione dell’impianto nonostante carenze progettuali.

La richiesta di rinvio a giudizio riguarda anche le due società coinvolte, Rap e Oikos, ed è stata firmata dai sostituti procuratori Raffaella Agata Vinciguerra e Angelo Brugaletta, con il visto del procuratore aggiunto Ignazio Fonzo.


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