CATANIA. C’è voluta un’udienza-fiume, in Tribunale, per le prime ricostruzioni delle tesi dell’accusa al processo “Università Bandita”, sulle assegnazioni di cattedra e quei concorsi dell’ateneo catanese che, secondo la Procura, sarebbero stati in qualche modo truccati o “orientati”. Per oltre cinque ore hanno deposto i primi testimoni del pubblico ministero Agata Vinciguerra, dinanzi alla seconda sezione penale del Tribunale di Catania, presieduta dalla giudice Enza De Pasquale.
In aula ieri l’udienza si è aperta poco dopo le 9 del mattino e si è conclusa attorno alle 15. Hanno deposto una dirigente amministrativa dell’università catanese, che è stata interrogata dal pubblico ministero e dai difensori degli imputati su alcune procedure concorsuali. Poi parola a un professore di Economia politica, testimone dell’accusa in riferimento a un concorso. E infine ha testimoniato una delle presunte persone offese, una docente, coinvolta in uno dei concorsi oggetto del processo.
La prossima udienza è in programma il 6 febbraio.
Tra i testimoni da sentire c’è anche il dirigente della Digos che ha coordinato le indagini. Il processo, si ricorda, è già passato dalla riunificazione dei due tronconi in cui era stato diviso inizialmente, tant’è che gli imputati adesso sono 54: nove provengono dal filone che vedeva indagati, tra gli altri, gli ex rettori Francesco Basile e Giacomo Pignataro, oltre a sette professori e capi dipartimento dell’Università catanese. Altri quarantacinque, invece, provengono dal secondo troncone, dove figuravano, tra gli altri, i nomi dell’ex sindaco di Catania Enzo Bianco e dell’ex procuratore di Catania Vincenzo D’Agata.