"Centorrino e Albert fecero bene" | Scilabra e la ‘rettifica’ 4 anni dopo - Live Sicilia

“Centorrino e Albert fecero bene” | Scilabra e la ‘rettifica’ 4 anni dopo

Nel 2014, l’attacco dalle pagine del Sole 24 Ore. Adesso dice: “Hanno fatto risparmiare la Regione”

FORMAZIONE – IL CASO
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PALERMO – La rettifica è arrivata quattro anni dopo. E ha, in un certo senso, anche un valore “politico”. Con questo atto, che fa parte di una transazione che ha evitato un processo, l’ex assessore regionale alla Formazione Nelli Scilabra rende merito al suo predecessore Mario Centorrino, scomparso pochi anni fa, e all’ex dirigente generale Ludovico Albert, di avere, tutto sommato, lavorato bene, consentendo alla Regione anche di risparmiare un po’ di soldi.

Una rettifica, appunto, quella della Scilabra, a un articolo pubblicato addirittura quattro anni prima sulla seconda pagina del “Sole 24Ore”. In quell’intervista, dal titolo “Sicilia: La finta formazione costa 3 miliardi”, all’allora assessore del governo Crocetta venivano attribuite frasi molto forti. “Abbiamo trovato – riportava l’articolo attribuendo le frasi alla Scilabra – rendiconti che non venivano chiusi dal ’98. Nel 2011 per legalizzare la truffa è stato inventato il costo standard. Da allora un ente riceve 129 euro per ogni ora di corso, indipendentemente dal costo reale sostenuto. Nel resto d’Italia il costo standard è di 80 euro. La novità che ho introdotto è l’obbligo di rendicontare comunque i 129 euro”.

Frasi che spinsero Ludovico Albert e Mario Centorrino, assistiti dall’avvocato Salvatore Ferrara, a citare in giudizio Scilabra, ritenendo queste dichiarazioni lesive della loro reputazione personale e professionale. Per chiudere il contenzioso, però, a distanza di quattro anni, ecco la rettifica firmata dall’ex assessore di Crocetta che, di fatto, prende le distanze, dopo tanto tempo, dalle parole riportate sul quotidiano.

Parole che “non corrispondono con il mio pensiero. L’Unità di costo standard, infatti, – puntualizza Scilabra – non ha legalizzato alcuna truffa, ma si è rivelata utile per ridurre i costi e migliorare i risultati, tanto da essere stata in seguito suggerita dall’Ue come una best practice e da essere nuovamente riproposta dalla Regione Siciliana. Inoltre, il dato di 80 euro/ora riportato nell’intervista – prosegue nella rettifica – era errato perché, per svolgere la stessa tipologia di corso nel resto d’Italia, l’Unità di Costo Standard era pari a 164 euro/ora e non ad 80 euro/ora, come può evincersi dai dati di Tecnostruttura. Quindi, con l’introduzione delle Unità di Costo Standard, proposta da Centorrino e Albert, è stato avviato un significativo risparmio per le casse regionali superiore alla media nazionale”.

E la rettifica riguarda anche l’altra accusa, quella riguardante i “rendiconti in sospeso”: “Devo dare anche atto che i rendiconti allora in sospeso […] non erano imputabili a Centorrino ed Albert, ma ad un significativo arretrato difficilmente smaltibile in poco tempo”. Ma non solo: Scilabra nella rettifica ha riconosciuto al suo predecessore e all’ex dirigente generale il merito di aver avviato un’indagine sui fabbisogni formativi: “Anche l’elaborazione di un’offerta formativa per il mercato del lavoro – scrive infatti – è stata conseguenza del lavoro di Albert e Centorrino che hanno programmato ed avviato, già nel 2010, l’indagine sui fabbisogni formativi del sistema delle imprese siciliane in collaborazione con il Censis e le parti sociali”.

Insomma, a guardar bene, Centorrino e Albert, secondo Scilabra non avevano lavorato poi così male, secondo uno degli assessori più vicini a Crocetta. Non esattamente la linea seguita dall’ex governatore negli anni in cui ha guidato la Regione. Non a caso, uno dei primi atti del governatore gelese, pochi giorni dopo l’insediamento è stato quello di ‘cacciare’, tra gli altri, il dirigente Albert. Che oggi commenta: “Anche questa rettifica riconosce che con noi è stato compiuto un vero risparmio nella Formazione e che si è fatto davvero pulizia. Penso ai casi Genovese e Ciapi, dove tutto è partito da noi, non certo dal governo che è arrivato dopo. Quelle accuse sparate sul giornale – ricorda Albert – amareggiarono moltissimo Mario Centorrino”. Oggi, la vedova dell’assessore, Adele Fortino, esprime “piena soddisfazione per il ripristino della verità che nell’articolo de “Il Sole 24 Ore” era stata gravemente tradita e calpestata”.


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