PALERMO – Dopo la decisione e le successive polemiche per gli appalti in Lombardia, la Cuc, la Centrale unica di committenza della Regione siciliana, cambia e diventa un ufficio speciale. La decisione della giunta regionale è degli ultimi giorni del 2019 e l’assessorato all’Economia ha pubblicato nei giorni scorsi l’avviso per trovare un dirigente che sovrintenda alla nuova struttura. Nella delibera, però, il governo sembra smentire se stesso e, se nei mesi scorsi si parlava del “flop” della Cuc siciliana, dai dati emerge come la struttura regionale, con undici dipendenti, sia fra quelle che più ha speso in Italia.
La decisione è inserita in un processo di riorganizzazione della Centrale per gli acquisti che era stata anticipata dopo lo scoppio del caso attorno alla Cuc regionale. A settembre, infatti, il governo Musumeci ha approvato un piano per potere affidare la gestione operativa di alcuni appalti nel settore della Sanità alle centrali uniche di altre regioni e in particolare della Lombardia e della Campania. Il governo giustificava la propria decisione per via del mal funzionamento e dell’inadeguatezza della struttura per gli appalti regionali. Dopo le polemiche, l’assessore Armao ha annunciato la riorganizzazione della Centrale unica grazie ad un accordo con la Consip, l’ente per gli appalti centralizzati a livello nazionale.
E così, come emerge nei documenti della giunta, in attesa dell’istituzione “di un apposito dipartimento regionale da destinare alle attività della Curs o della trasformazione della Centrale unica di committenza in società in house a partecipazione regionale” si è deciso di trasformare l’ “ufficio semplice”, incardinato come servizio nella Ragioneria Generale, in un ufficio speciale.
Per tre anni, quindi, la Cuc viene in parte equiparata a un dipartimento. In questo modo, infatti, oltre ad avere una “maggiore autonomia di azione, anche nel reperimento delle risorse professionali” e una maggiore indipendenza per lo snellimento dell’azione amministrativa, all’ufficio saranno attribuiti “specifici obiettivi per la realizzazione di progetti di rilevante entità e complessità”. A ogni ufficio speciale, ad esempio, è dedicato un paragrafo con specifici risultati da raggiungere nel piano della performance.
E’ proprio l’aspetto degli appalti nel settore sanitario a caratterizzare le nuove funzioni della Cuc che dovrà istituire l’assessorato regionale della Salute, una ‘cabina di regia’ per definire tempi rapidi per la fornitura di farmaci e vaccini. L’ufficio speciale dovrà monitorare gli acquisti in ambito sanitario per lavorare alla riduzione della spesa pubblica nel settore e dovrà stipulare accordi con Asp e aziende ospedaliere per avere sempre più personale qualificato per espletare le gare, molte gare infatti sono state impugnate, negli ultimi anni per la presenza nelle commissioni di gare di figure professionali senza titoli per la valutazione dei prodotti. Fra le competenze, poi, anche l’istituzione di una banca dati dei farmaci, la promozione di incontri formativi con altre centrali uniche e l’attivazione di convenzioni per l’espletamento di gare per enti pubblici anche non regionali.
Se la scelta non sembra un passo indietro sotto il profilo delle procedure, così appare invece stando al profilo argomentativo. Nella delibera in cui si decideva di ricorrere alle stazioni appaltanti di altre regioni, si denunciava il flop della Cuc. La centrale “non risponde complessivamente – così si esprimeva la relazione alla delibera – alle esigenze di razionalizzazione e controllo della spesa in relazione alle quali è stato introdotto il sistema di centralizzazione delle committenze”.
Le ragioni per andare altrove erano diverse. Anzitutto legate alla governance e al numero di dipendenti. A fronte degli 11 dipendenti nella Cuc siciliana, ad esempio, il numero di dipendenti nella società lombarda è pari a 59 mentre in quella campana sono 99. Cambierebbe soprattutto l’organizzazione. Infatti, mentre nelle altre regioni le centrali hanno delle funzioni specializzate per l’acquisto in ambito sanitario e delle figure specializzate, così non sarebbe in Sicilia. Veniva inoltre sottolineato che ancora tante aziende in Sicilia agiscono in autonomia. Infine c’era la riflessione sulle performance della centrali uniche delle altre regioni.
E proprio sotto questo profilo la recente decisione del governo mette in discussione la precedente riflessione del governo. La Centrale acquisti regionale, con soli undici dipendenti, stando ai dati riportati in allegato alla delibera, è infatti, la quarta Cuc a livello nazionale. Nel periodo tra il 2016 e il 2018 ha bandito quasi 12 miliardi di euro di appalti. In Veneto si è fatto di meglio per 200 milioni, le prestazioni lombarde sono migliori per mezzo miliardo e la Campania è in vetta, con 13,2 miliardi di spesa, 1,2 miliardi in più. D’altronde “il Ministero dell’Economia e delle Finanze, a titolo premiale per le attività svolte – così si legge nella decisione del governo -, ha destinato alla Centrale Unica di Committenza della Regione Siciliana, parte dei fondi destinati ai soggetti aggregatori per gli anni 2016/2017, per un ammontare complessivo rispettivamente di euro 523.810,00 e 393.115,16, e collocato la Regione Sicilia al terzo posto nell’ambito della classifica dei soggetti aggregatori per maggior numero di gare espletate”. Insomma, l’esperienza dell’ufficio per gli acquisti della Regione tutto sembra, salvo che un flop. Le criticità però ci sono e adesso l’obiettivo della giunta è fare di più.