PALERMO – Dal 30 dicembre scatterà il nuovo tariffario nazionale per le prestazioni ambulatoriali, ma in Sicilia c’è incertezza. Nonostante le sollecitazioni, la Regione non ha però mai avviato nei mesi scorsi il tavolo di confronto con le associazioni di categoria.
Si teme la paralisi. Anche perché i parametri nazionali con i nuovi codici disallineati rispetto a quelli regionali senza un recepimento con le dovute modifiche per sostenere il sistema a livello regionale rischiando di ridurre di oltre il 20% le prestazioni per i centri di dialisi. A lanciare l’allarme sono le associazioni che raggruppano gli 81 Centri di dialisi in Sicilia – Ads, Ascea, Adp, Arcade – che curano oltre 4 mila pazienti.
Le associazioni chiedono un incontro urgente alle massime autorità istituzionali. “Ci rivolgiamo al presidente della Regione Renato Schifani e al presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gaetano Galvagno – dicono Giuseppe Verde e Livio Marrocco, presidente e vice presidente di Ads – La Sicilia non ha ancora ricevuto il tariffario, è necessario subito un confronto per stabilire assieme al mondo dell’associazionismo i nuovi parametri per le prestazioni”.
“Inoltre – aggiungono – auspichiamo che con la manovra di stabilità venga risolto il vulnus che penalizza i centri di dialisi rispetto agli ambulatori presidio sanitario in molti piccoli paesi della Sicilia, svolgendo un ruolo che va aldilà dell’attività che ci viene riconosciuta e lo vengono comunque perché i pazienti prima di ogni altra cosa”.
Non hanno raggiunto risultati gli appelli fatti da Ads, Ascea, Adp, Arcade all’assessorato regionale alla Sanità, guidato da Giovanna Volo. L’ultimo quasi due mesi fa, caduto nel vuoto: “Nonostante il dirigente generale per la pianificazione Salvatore Iacolino avesse dichiarato che ci avrebbe convocato, purtroppo non è successo nulla”.
Il 5 ottobre scorso le associazioni avevano sollecitato la modifica della rete nefrologica in Sicilia. “L’accordo era a un passo cinque anni fa ma poi tutto si è bloccato con le elezioni regionali alle porte – sottolineano le associazioni – Negli ultimi due anni e mezzo ci sono stati degli incontri con l’assessorato ma nessun passo avanti”.
“Pensavamo che gli aumenti delle risorse ottenute nel 2023 e quest’anno, seppur minimi, presagissero a una trattativa che adeguasse finalmente le tariffe alle reali dei centri di dialisi che non riescono più a coprire i costi e che non hanno tetti di spesa in quanto erogano prestazioni salva-vita”.