PALERMO – Strade dall’antico basolato, monumenti tra i più belli del mondo tanto da meritare il marchio Unesco, turisti che affollano i negozi, limitazioni al traffico che aiutano a godere della parte antica della città, manifestazioni sportive e culturali. Vivere nel centro storico di Palermo dovrebbe essere una “fortuna”, anche se per i residenti di via Collegio del Giusino, una traversa di corso Vittorio Emanuele, non è propriamente così. “Da vent’anni aspettiamo che il Comune si ricordi di noi e ci doti del gas metano, visto che siamo ancora costretti, nel 2019, a utilizzare la bombole”, raccontano quasi con rassegnazione.
Già perché nel cuore del centro storico della quinta città d’Italia, a due passi dalla Cattedrale, dai più importanti uffici della Regione e da Palazzo delle Aquile, ci sono vie e viuzze in cui la rete del metano non è mai arrivata. Strade che alternano ruderi a palazzi ristrutturati e dalle facciate nuove di zecca, dotati di tutti i comfort tranne, per l’appunto, il metano che è invece presente lungo il Cassaro o a Montevergini, tanto per citare qualche esempio.
Palermo, dagli anni Ottanta ad oggi, ha vissuto tre grandi fasi di metanizzazione che hanno coperto quasi l’80% del territorio cittadino ma che hanno lasciato fuori, per quanto paradossale possa sembrare, il 45% del centro storico che fino a qualche decennio fa erano poco abitati ma che in questi anni si sono ripopolati e ospitano imprenditori, professionisti, insegnanti, impiegati, dirigenti che hanno riscoperto la bellezza di vivere nella parte più antica del capoluogo, su cui perfino l’Unesco ha messo il suo “bollino”. Qui la rete del metano si estende per 45 chilometri circa, una zona la cui densità abitativa è di 3mila famiglie a chilometro quadrato, ma considerando che l’intero centro storico è grande 2,5 chilometri quadrati e che la rete stradale misura 84 chilometri, ne viene fuori che quasi la metà è sprovvisto delle condutture, parliamo di circa 3.400 famiglie.
Via Collegio del Giusino in particolare è una traversa di corso Vittorio Emanuele, lunga circa 200 metri e resa celebre dalla presenza dell’antico collegio che ospita alcuni alunni del liceo classico. Una strada, per metà in basolato e metà asfaltata, che ospita una quindicina di famiglie ma in cui, come detto, il metano non è mai arrivato. E nonostante le continue richieste all’Amg, la risposta è stata sempre la stessa: dato che i residenti sono pochi, i guadagni non coprirebbero i costi che sono di circa 50 mila euro più iva, di cui più della metà (28 mila euro più iva) solo per sollevare il basolato. Il che significa che a mettere i soldi deve essere il Comune o, in alternativa, chi ci abita.
“Quando le imprese hanno ristrutturato le nostre abitazioni, hanno pagato gli oneri di concessione che sarebbe dovuti servire proprio per i servizi primari e secondari come il gas – dice Luca De Caro, titolare della storica torrefazione di via Rosolino Pilo e residente da diversi anni in via Collegio del Giusino – Il Comune invece ha utilizzato quei soldi per fare altro, privandoci di quello che è un nostro diritto”. E così i residenti hanno anche provato a organizzarsi: “Noi siamo anche disposti a tassarci per pagare quello che dovremmo avere gratis – continua De Caro – ma essendo in pochi non possiamo sostenere una spesa così elevata: abbiamo anche proposto al Comune di occuparsi semplicemente di sollevare il basolato, lasciando a noi l’onere per la posa dei tubi che fa Amg e quindi sempre il Comune, ma non c’è stato niente da fare”.
E dire che nel 2015 l’Amap ha eseguito dei lavori proprio in questa via sollevando il basolato, cosa che aveva fatto ben sperare i residenti nella possibilità di posare anche i tubi del gas a costi ridotti: “Ci hanno risposto che non era possibile perché si trattava di aziende partecipate diverse, in pratica la mano destra non sa quel che fa la sinistra”. Una delusione a cui, adesso, se ne è aggiunta un’altra. Nella vicina via del Celso, infatti, sono ormai imminenti i lavori per la creazione di un ostello a cinque stelle nell’ambito di un partenariato pubblico-privato: in pratica, oltre alla riqualificazione di alcuni edifici, si realizzeranno anche opere di urbanizzazione di vario tipo.
Gli uffici comunali, in un primo momento, avevano detto ai residenti che il basolato sarebbe stato sollevato, cosa che ha spinto le famiglie a organizzarsi in fretta e furia: “A gennaio ci siamo messi in contatto con Amg, grazie anche al consigliere Dario Chinnici che ci sta aiutando e seguendo in questa vicenda – spiega De Caro – L’azienda comunale è venuta a fare tre sopralluoghi, hanno formulato due preventivi e, nonostante i prezzi comunque più alti del prezziario regionale, eravamo anche disposti a tassarci per 2 mila euro a testa pur di avere il metano. Considerando che il costo, comprensivo degli allacci, era di oltre 30 mila euro, abbiamo chiesto all’azienda di venirci incontro”. Tutto bene? No, perché guardando meglio il progetto è arrivata la doccia gelata: in via Collegio del Giusino il basolato non verrà sollevato, ma soltanto sistemato in superficie.
“Ci siamo trovati punto e a capo, il gas ormai è una chimera – è l’amaro sfogo dei residenti – e i costi di Amg sono troppo alti rispetto ai privati, considerando che peraltro agiscono in regime di monopolio”. L’azienda si difende spiegando che applica “il prezzario regionale per tutte quelle voci che sono previste nel tariffario”, cioè scavi edili, ripristino, rinterro, trasporto a discarica dei materiali. “Discorso diverso invece per i lavori prettamente tecnologici che richiedono materiali specifici e adatti alle reti gas che non sono compresi nel prezzario: – continua Amg – dai tubi in acciaio a quelli in ghisa, dalle staffe alle mensole e ai contatori. In questo caso, infatti, la necessità è di utilizzare materiale altamente specifico per ragioni legate alla sicurezza e alla pubblica incolumità che prevedono standard elevati e rigorosi. In ragione dell’acquisto di materiali altamente specifici, Amg Energia elabora un prezzo finito con un computo che utilizza lo stesso criterio del prezzario regionale”.
Dal Comune però arrivano buone notizie. “Grazie alle economie di alcuni vecchi appalti per la metanizzazione di Ciaculli e dello Sperone, pari a circa 800 mila euro – dice l’assessore Emilio Arcuri – potremo estendere la rete del metano anche in altre parti della città, fra cui via Collegio del Giusino. Un piano predisposto già da tempo ma che adesso diventerà realtà: la prossima settimana firmerò una disposizione ad Amg per avviare le procedure”.
“L’estensione della rete del metano è una priorità e i residenti hanno atteso troppo a lungo per quello che dovrebbe essere un diritto – dice Dario Chinnici, capogruppo Pd a Sala delle Lapidi – Siamo soddisfatti dell’intenzione dell’amministrazione di usare le economie anche per il centro storico, ma continueremo a vigilare perché dalle parole si passi ai fatti”.