Centrodestra, duro botta e risposta tra Miccichè e Musumeci - Live Sicilia

Centrodestra, duro botta e risposta tra Miccichè e Musumeci

L'oggetto del contendere è la ricandidatura del presidente della Regione.

ROMA – Miccichè-Musumeci: nuovo round sul ring nazionale. Se il buongiorno si vede dal mattino, tutto fa presagire che per il centrodestra isolano sarà una giornata campale. Ad aprire le danze è, neanche a dirlo, il coordinatore azzurro Gianfranco Miccichè con un’intervista al Corriere. Nel centrodestra in Sicilia “non c’è nessun caos. Abbiamo un problema, non il caos. Un problema abbastanza grosso, lo ammetto. Ma non è il caos. L’unico nostro problema è Musumeci”.

Una scazzottata verbale che irrompe sulla scena nazionale e fa salire inevitabilmente il livello dello scontro. “Se non ci fosse Musumeci, non avremmo altri problemi. Ma non è che è un problema lui, come persona – aggiunge -. Può stare simpatico o antipatico, la politica comunque non si fa con simpatia o antipatia. Il problema è che se lo ricandidiamo si perde sicuro. Matematico. Ecco, se non risolviamo questo problema, difficilmente risolveremo anche gli altri”. L’attuale governatore “non è che non lo voglio io. Non lo vuole nessuno. Si vuole ricandidare? In barba alla promessa che avrebbe fatto un solo mandato, come aveva detto prima dell’elezione scorsa. In cinque anni ha umiliato i partiti, come fosse l’imperatore”. Ma se i leader del centrodestra confermassero la corsa al bis di Musumeci, “obbedirei”, assicura smentendo di volere correre in prima persona per Palazzo d’Orleans.

E chiede un passo indietro a Musumeci. La replica del Presidente della Regione (ospite della trasmissione televisiva di La 7 Omnibus) arriva a stretto giro ed è di fuoco. “Se io fossi un problema per i partiti è chiaro che i partiti stessi avrebbero dovuto dire: ‘Ritiriamo la delegazione perché Musumeci è un problema’. E questo lo avrebbe dovuto fare lo stesso Miccichè, che è coordinatore di Forza Italia in Sicilia. Invece con me Forza Italia ha governato sin dal primo giorno e governa tuttora con quattro assessori e con nove dipartimenti senza mai avere determinato un giorno di frizione”.

Poi chiama in ballo Forza Italia, o meglio la fazione più ostile al coordinatore che in queste ore ha mantenuto un rumoroso silenzio lavorando sotto traccia per ricucire con gli alleati. “Miccichè ha problemi all’interno del suo partito, che è spaccato in due, è stato smentito. Io ho grande rispetto verso i problemi degli altri partiti, ma sono una persona seria, faccio il presidente della Regione e lo faccio senza rispondere alle polemiche e cercando di risolvere i problemi della mia gente”, attacca. E ribadisce la regola che per consuetudine la coalizione si è data negli anni rispetto alla ricandidatura degli uscenti.  “Come tutti i presidenti uscenti che non abbiano commesso peccati mortali credo di avere il diritto di ripropormi al giudizio degli elettori”.  Insomma, il muro contro muro prosegue. In attesa che i due contendenti accelerino sui rispettivi assi nella manica conservati fino a questo momento. 


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