Cep, i vaccini e le mattine magiche dopo Totò Schillaci

Cep, i vaccini e le mattine magiche dopo Totò Schillaci

Una mattinata nel quartiere grazie a 'Accanto agli ultimi'.

PALERMO- Li guardi in faccia i ‘ragazzi del Cep’, anche se hanno qualche anno in più. E capisci che questa mattina è magica, come le notti di Totò Schillaci che nacque quaggiù, prima di emigrare e di arrivare dalla periferia al Mondiale. Li guardi e pensi che adesso il gol lo fa il vaccino. Un attimo basta: come quando Totò entrò in campo, contro l’Austria, e gli bastò, a sua volta, guardare in faccia il portiere avversario, vestito come un simpatico clown, per decidere che sarebbe passato alla storia.

I ragazzi del Cep, stamattina, sono qui per la campagna ‘Accanto agli ultimi’, che deriva da una proposta dell’Ufficio del Commissario Covid, ripresa dalla Regione e dal Comune, nei locali dell’associazione ‘San Giovanni Apostolo onlus’. Alla fine della mattinata saranno vaccinati in quaranta.“ Abbiamo aderito volentieri a questa iniziativa, che per noi è un altro modo di esserci sempre – spiega Antonietta Fazio, presidente dell’associazione -. Queste persone, probabilmente, non si sarebbero vaccinate senza questo servizio. Per molti anche solo uscire dal quartiere è impensabile: è tutto il loro mondo”. Ed è il frammento che descrive un cosmo intero, fatto di relazioni intime, di vicinato, che sono una cosa buona, ma anche dell’impossibilità di attraversare il fossato che porta dalla periferia alla città.

Antonietta è una delle anime benefiche del quartiere. Qualche tempo fa, aveva raccontato proprio a LiveSicilia.it: “Come vanno le cose qui? Fino al 2010 ho visto impegno ed evoluzione, poi gli interventi educativi si sono ridotti, adesso c’è il vuoto e si sistemano pezze. Combattiamo contro i mulini a vento”. E’ l’unico cucchiaino di zucchero, in tanto amarezza, ha il gusto dell’amarcord: “Io sono arrivata qualche tempo dopo – ancora Antonietta –. Ho sentito dire molto bene di Totò Schillaci. Nel Novanta, dai racconti che ho ascoltato, il Cep dimenticò la sua fama di quartiere-ghetto e si identificò in un suo figlio come figura di riscatto. Un ragazzo che era cresciuto lì. Fu una vicinanza molto potente. Improvvisamente, non si scriveva della periferia soltanto per raccontare problemi e disagi”. Ma fu un bagliore d’alba effimero, nel tramonto delle periferie.

La dottoressa nella foto si chiama Claudia Sannasardo, è specializzanda in igiene e si divide tra le uscite e il ritmo da pizzeria dell’hub della Fiera. “E’ un’esperienza molto forte quella di ‘Accanto agli ultimi – racconta -. Noi siamo lì per vaccinare, per spiegare per rassicurare, incontrando persone che sarebbero, altrimenti, difficilmente raggiungibili. Da palermitana mi sento arricchita, perché incontro bellissima gente, in zone delle città che non conoscevo”. Una confessione umile che fa onore alla dottoressa Claudia che, stamattina, ha vaccinato anche un paio di pazienti che non sanno né leggere né scrivere. Siamo nel 2021. Quando Palermo comincerà a occuparsi di Palermo?


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