Cgil e Uil: “No all’autonomia differenziata, la battaglia prosegue” 

Cgil e Uil: “No all’autonomia differenziata, la battaglia prosegue” 

I sindacati: “Rispetto e pari opportunità per i catanesi"

CATANIA – “La nostra battaglia contro l’Autonomia differenziata prosegue”. Lo affermano i segretari generali di Cgil e Uil Catania, Carmelo De Caudo ed Enza Meli. “Lo facciamo nel nome dei tantissimi che un anno fa anche in questa provincia aderirono alla nostra petizione – sottolineano – per dire no a una legge ingiusta”.

I sindacati chiedono “un passo indietro ai pifferai magici della politica nostrana che, persino in queste ore, sostengono l’insostenibile. Noi chiediamo per i catanesi rispetto e pari opportunità, minacciati oggi come mai prima d’ora”.

La petizione

“Esattamente un anno fa, decidemmo di iniziare la raccolta di firme a Catania in via Santa Maria La Grande dinanzi alla sede dell’Asp, luogo-simbolo di quel diritto alla Salute che la cosiddetta riforma Calderoli mette ulteriormente a rischio. Un rischio innanzitutto per chi non può permettersi il costo di cure a pagamento e viaggi della speranza”.

“Questa, comunque, è soltanto una fetta della mela avvelenata che anche rappresentanti dei catanesi nelle istituzioni politiche ci offrono adesso vendendocela come magnifica. Ce la spacciano per una formidabile riforma, invece si tratta di una controriforma che sommerà disagio a disagio al Sud. Qui più che altrove”.

Pari diritti e pari dignità

 “L’autonomia differenziata aumenterà il divario tra Nord e Sud del Paese, oltre che tra aree urbane e comunità interne dove già adesso è evidente lo squilibrio nei livelli essenziali delle prestazioni. Non accettiamo e non accetteremo mai che al cambiare del luogo di nascita o di residenza mutino prerogative e dignità delle persone”.

“Non garantire istruzione, salute, sicurezza e lavoro in modo equo, senza distinzioni territoriali, è un tradimento del patto di cittadinanza. Questa legge è ingiusta – concludono De Caudo e Meli –. Noi di Cgil e Uil la contrasteremo con tutti gli strumenti democratici disponibili”.


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