CATANIA – Per eseguire una mammografia negli ospedali catanesi ci vogliono circa 450 giorni. Un po’ di meno per una ecografia, e cioè 330. Per l’elettroencefalogramma di giorni ce ne vogliono 160 e la risonanza magnetica “compie” un anno tondo tondo: 365 giorni.
Sono questi alcuni dei numeri* che rimandano alla dura realtà delle liste di attesa negli ospedali catanesi per esami importantissimi, e in alcuni casi persino “salvavita” se si intendono nell’ottica della prevenzione. Non va meglio nei pronto soccorsi dove l’attesa può raggiungere un’ora per i casi non gravi del triage, ma può superare anche le 3/4 ore per i codici verdi o bianchi in giorni (o notti) di piena.
Stamattina, alla Camera del lavoro di Catania, i rappresentanti di Cgil, Fp Cgil e Cgil medici hanno consegnato una mini inchiesta sui “tempi di reazione” degli ospedali catanesi rispetto a temi caldi come le liste d’attesa. Presenti il segretario generale della Camera del lavoro, Giacomo Rota, il segretario della FP Cgil Gaetano Agliozzo, Turi Cubito, responsabile CGIL Dipartimento Sanità, la responsabile del Dipartimento Pubblico impiego Rosaria Leonardi, la segretaria della Fp Cgil (e responsabile infermieristico PS Vittorio Emanuele) Mimma Di Guardo, l’infermiere Antonino Carcagnolo e Carmelo Calvagna, medico della Cgil medici. Tante le questioni sul tavolo: dall’organizzazione difficile delle attività ordinarie alle mancata risposte all’utenza, nonostante gli sforzi – talvolta eroici- degli operatori. Ma la conferenza di oggi è servita anche a fare il punto sulla situazione di stallo alla Regione, anche sul fronte sanità. Catania, forse più di altri territori, paga l’inadeguatezza e l’incapacità di un governo che solo da qualche giorno è riuscito a nominare i direttori generali dell’ASP 3 e delle Aziende Ospedaliere Policlinico- Vittorio Emanuele e Cannizzaro.
La querelle, che in più casi la Cgil ha definito “stucchevole”, dei direttori generali che avevano diritto o no di essere nominati “aveva ormai superato il limite della decenza. – si legge nel documento che accompagna i dati sui tempi di attesa- Alla CGIL ed alla popolazione del territorio non interessano le polemiche strumentali che su questa vicenda ci sono state. La triste constatazione che facciamo è che le Aziende di Catania sono rimaste per molti mesi senza una guida capace di dare una svolta al settore e di gestire al meglio le enormi potenzialità di intelligenza e sapere che all’interno delle strutture operano”.
Sul tema niente peli sulla lingua da parte di Rota, Agliozzo e Leonardi, che commentano: ” Riteniamo indegno il balletto di nomine, il giro di commissari revocati. Sul fronte sanità i governi regionali Lombardo e Crocetta si trovano in continuità; entrambi non hanno tenuto conto del cittadino ammalato ma degli equilibri politici. Oggi, finalmente, ci sono i nuovi direttori generali. Non abbiamo motivo di pensare che siano stati scelti con criteri diversi da quelli del merito, e che agiranno in buona fede. Ci dichiariamo già da subito a loro completa disposizione. Ma siamo al di sotto dei livelli minimi di assistenza. La Regione ci dice che l’emergenza è finita? Ce lo dimostrino allora. Intanto noi chiediamo un’audizione all’assessore regionale alla Sanità e alla Commissione regionale Sanità. Di verifiche come questa ne faremo altre, periodicamente”.
Si legge ancora nel documento Cgil divulgato stamattina: “Bisogna affrontare, con urgenza, la questione del precariato dando serenità a professionisti che ormai da oltre un decennio continuano a prestare la loro opera in condizioni di estrema incertezza.
E’ ormai improcrastinabile, oltre che stabilizzare i precari, rafforzare e razionalizzare gli organici soprattutto assumendo figure di infermieri professionali e operatori sanitari. che spesso sono costretti a lavorare ben al di sotto dei livelli essenziali di assistenza ed in condizioni di estrema difficoltà fino a rasentare la dignità stessa del lavoratore. La riconversione in P.T.A dei presidi ospedalieri dismessi è praticamente fallita in quanto, quei pochi istituiti, non riescono a dare gli adeguati servizi che i cittadini si aspettano. Di fatto l’offerta di sanità territoriale pubblica è eccessivamente carente. Forse bisogna pensare più che ai P.T.A a delle vere proprie ”Case della Salute” che in alcune Regioni sono riuscite a dare risposte soddisfacenti anche perché operano sulle 24 ore”.
Per la Cgil di Catania, ancora oggi si perpetua il fallimento del sistema di prenotazione delle visite e della diagnostica: “Ribadiamo per l’ennesima volta la necessità di Istituire un Centro di Prenotazione Unificato integrato tra Territorio ed aziende Ospedaliere. Questo consentirebbe una maggiore razionalizzazione con conseguente diminuzione delle liste di attesa. A tal proposito, invitiamo il sindaco Bianco, quale massima autorità del territorio, ad adoperarsi affinché istituisca e coordini una conferenza dei servizi delle aziende ospedaliere e quella territoriale con l’obiettivo di passare in tempi rapidi ad un solo Centro di Prenotazione e contemporaneamente pensare ad una vera razionalizzazione dei Servizi ospedalieri evitando doppioni inutili e potenziando le strutture esistenti. Sempre in ambito dei servizi diagnostici ribadiamo la necessità di organizzare i servizi diagnostici almeno nelle 12 ore diurne. Pensiamo in particolare a TAC e Risonanza magnetica che lavorano solo per poche ore al giorno. Questo permetterebbe un adeguato ammortamento delle spese dei macchinari e una notevole riduzione delle liste di attesa”.