PALERMO- “Chi è cattolico, chi è cristiano, non stia con Musumeci”.
Come dice onorevole Miceli?
“Ripeto, e mi riferisco ai migranti, alle persone, con l’accento sulla famosa ordinanza, chi crede non stia dalla parte di Musumeci”.
Carmelo Miceli, palermitano, avvocato penalista, è il responsabile nazionale della sicurezza Pd. E’ stato lui a confrontarsi, a battersi e a sbracciarsi per archiviare i decreti di Matteo Salvini. E adesso, così risuona una espressione reiterata ma efficace, ‘non la tocca piano’. La risposta arriva a una domanda proprio sull’ordinanza del governatore di Sicilia circa lo sgombero degli hotspot, bocciata dal Tar.
Stavamo parlando, appunto, di questo. Ma lei mi pare che vada oltre.
“E non ho nessun un problema a confermare tutto. Quell’ordinanza è stata uno spartiacque. Noi del Pd tendiamo la mano a chi crede nell’umanità, a chi ha fede, a chi nutre speranza e non si riconosce in certe caricature. ‘Fratelli tutti’ è il titolo dell’enciclica di Papa Francesco, un grande pontefice. E non a caso”.
Insomma, lei ha deciso di prendere di petto il presidente della Regione?
“Mi limito a sottolineare un dato. Anche chi non aveva votato il presidente Musumeci, pensava di avere a che fare con un uomo delle istituzioni, serio e affidabile. Lui si è sdraiato sul più becero salvinismo, per questioni di mera propaganda. Ma non mi sembra che la Lega, nelle ultime amministrative siciliane, abbia realizzato granché di consensi”.
Cosa è cambiato con il nuovo decreto sicurezza?
“Il concetto di base, intanto. Si voleva dare colpa al governo di un’estate un po’ complicata, dimenticando di ricordare che erano proprio i decreti di Salvini a creare il problema. D’altra parte Salvini e anche Meloni li conosciamo bene”.
In che senso, scusi?
“Hanno soffiato sulla paura, sulla favola dell’invasione, con una narrazione estrema. Le migrazioni non sono un elemento di politica interna, non è che abbassi la sbarra e risolvi tutto! Sono il motore del mondo, le migrazioni e hanno formato la realtà che conosciamo, nei secoli. Altro che propaganda. Noi siciliani siamo stati e continuiamo ad essere migranti. Che sia l’America, la Germania o il Nord Italia, siamo stati migranti come lo sono tante persone che con quei viaggi della speranza cercano di migliorare le proprie condizioni di vita”.
Vabbè, è il gioco delle parti. Loro sono avversari politici, visto che lei è del Pd…
“Per niente. Io sono una persona e un politico e ragiono, come le persone e i politici, tenendo presenti il bene comune e il senso di umanità. C’è un vulnus della politica sovranista che approfondisce il disagio, non lo risolve. Sappiamo tutti che, Salvini o non Salvini, l’approdo dei barchini non si è mai fermato e che sono i paesi sovranisti, in Europa, i peggiori nemici delle quote di redistribuzione”.
Insisto, cosa è cambiato concretamente?
“Tutto. Abbiamo, per esempio, eliminato l’assurda criminalizzazione delle Ong che avranno l’obbligo di comunicare l’intervento e di coordinarsi con i paesi di bandiera. Se non lo faranno, incorreranno in sanzioni penali con multe e sequestri. E’ chiaro? Penali”.
Allora le criminalizzate…
“No, siamo grati per l’attività di salvataggio, perché tutti vanno salvati e soccorsi. Ma si agisce in un quadro di regole precise. E poi abbiamo rimesso in piedi un sistema di accoglienza integrata sul territorio, che era stato azzerato, così si svuoteranno gli hotspot”.
A Palermo stiamo raccontando il dolorosissimo caso di Abou, morto a quindici anni, sui cui si sta indagando.
“Sono addolorato e ripeto il mio appello all’umanità. La vita e la morte di un ragazzo, come la vita e la morte delle persone, sono una questione essenziale. Sottraiamola alle divisioni politiche”.