PALERMO – “Il fatto che certe forze politiche e certi sindacati si siano affrettati a puntare il dito contro la riforma della formazione professionale, malgrado l’annunciata disponibilità del governo al confronto e di fatto senza aver letto la proposta di legge, fa capire non solo quanto siano strumentali talune polemiche, ma anche quanto provare a tradurre la parola cambiamento in atti concreti, in questo settore, faccia paura a tanti”. Così l’assessore alla Formazione, Nelli Scilabra, risponde su Facebook a chi – forze politiche e sindacati – si è mostrato dubbioso sulla riforma presentata ieri in conferenza stampa.
“Per troppo tempo – continua Scilabra – soggetti estranei hanno abusato del loro ruolo in questo comparto, sfruttando i lavoratori senza mai pensare ai più giovani. Tanti dal palco si sono riempiti la bocca con la parola “cambiamento”, ma tutte le volte che questo governo ha provato a concretizzarla abbiamo assistito al susseguirsi di sciocchi pretesti e sterili polemiche. La Sicilia merita un cambio di passo, ed anche noi, nonostante i dolorosi errori del passato, dobbiamo avere l’ambizione di guardare al futuro con fiducia, di agganciare le regioni virtuose, di sentirci davvero “europei”.
Essere siciliani, oggi, non può significare rimanere ancorati ad una stagione di clientelismo e malaffare, piuttosto, essere siciliani deve significare puntare a diventare i primi della classe ,in Italia, per le nostre riforme. Perchè non dovremmo avere un legge sulla formazione che riorganizzi il settore, trasformandolo nel più formidabile strumento contro la disoccupazione giovanile? Perché non accoppiare alla formazione l’apprendistato? Perché non dare priorità e tutela ai lavoratori assunti al 2008 ed istituire contemporaneamente un nuovo albo (con le regole e i paletti già in vigore nel sistema dalle graduatorie scolastiche) anche per i giovani siciliani? Perché coprire le ombre della macchina burocratica al posto di provare a dissolverle decentrando la gestione? Perché non immaginare un sistema virtuoso nel quale gli enti creino accordi di rete con scuole, università e aziende? Perché non elaborare l’offerta formativa in base alle esigenze dei territori? I miei coetanei devono forse rimanere disoccupati per tutta la vita?”.
“È arrivato il momento del cambiamento – conclude l’assessore – . Basta giochetti di potere, alibi, futili polemiche, equilibrismi e tentennamenti. Basta vecchie idee e inutili giochi delle parti. Qui o si cambia o si muore”.