Gli investigatori sono a un passo dal dare un nome all’agente dei servizi segreti che prese parte alla trattativa tra Stato e mafia indicato da Massimo Ciancimino col nome di “Franco”. Il testimone, figlio dell’ex sindaco di Palermo Vito, ha infatti consegnato ai pm la sim del cellulare con cui avrebbe chiamato lo 007 negli ultimi anni. La scheda è stata data ai magistrati durante l’interrogatorio a cui Ciancimino è stato sottoposto oggi.
Al termine del lungo interrogatorio i pm hanno acquisito, tramite sequestro, una sim ancora sigillata che agenti dei servizi segreti avrebbero dato a Ciancimino, mentre questi era ai domiciliari, per poterci parlare riservatamente. La scheda, mai usata dal testimone, ha un grosso credito ed è di uno Stato estero. I magistrati hanno inoltre sequestrato un telefonino di Ciancimino che in rubrica conterrebbe i numeri del signor Franco e di diversi centralini di utenze fisse ai quali l’agente sarebbe stato contattato.
Il cellulare era già stato sequestrato al testimone nell’ambito dell’inchiesta sul riciclaggio, ma i numeri presenti nella rubrica non sarebbero mai stati trascritti dagli inquirenti. L’apparecchio sarebbe poi stato ridato a Ciancimino che solo recentemente ne ha verificato il funzionamento accertando anche l’esistenza in rubrica di numeri che risalgono al 2003. La prossima settimana il figlio dell’ex sindaco consegnerà ai pm l’originale della pagina del settimanale in cui sarebbe contenuta la foto del signor Franco ritratto, di profilo, nel corso di una manifestazione, accanto ad alcuni politici. Il giornale sarebbe custodito in un’abitazione del testimone.