CATANIA. La Procura di Catania esprime “vivo compiacimento per la pronuncia della Suprema Corte di Cassazione che, in accoglimento del ricorso proposto da questo Ufficio nell’ambito del procedimento penale nei confronti di Mario Ciancio Sanfilippo, ha riaffermato il principio di diritto per cui il reato di concorso esterno in associazione mafiosa non è di creazione giurisprudenziale bensì è fattispecie di reato risultante dal combinato disposto degli articoli 110 e 416 bis del codice penale, di cui la giurisprudenza si è limitata a meglio definire l’ambito applicativo così come ha fatto del resto per numerose altre norme penali”.
Lo afferma il procuratore Carmelo Zuccaro, in una nota, sull’annullamento con rinvio a un altro Giudice dell’udienza preliminare, della sentenza di “non luogo a procedere” emessa il 21 dicembre del 2015 dal Gup Gaetana Bernabò Distefano. “L’importanza di tale pronuncia – sottolinea il procuratore Zuccaro – trascende il caso concreto poiché lo strumento del concorso esterno in associazione mafiosa è di fondamentale utilità per un efficace contrasto a condotte illecite che spesso sono più insidiose della partecipazione all’associazione mafiosa”.