PALERMO – La pena è pesante. Vincenzo Cusumano è stato condannato a 10 anni e mezzo di carcere. Cusumano, 77 anni, titolare di un residence a Cinisi, durante una lite con due clienti tirò fuori una pistola detenuta legalmente e sparò contro padre e figlio, ferendoli all’addome e all’inguine. Era imputato di tentato omicidio.
Cusumano ha sempre sostenuto di essere stato aggredito dai due affittuari: un ex dipendente dell’Amat in pensione e il figlio che lavora presso una ditta di rimozioni auto. Al momento di pagare il conto ci furono discussioni sul costo dei consumi della corrente elettrica.
L’ex dipendente dell’Amat si sarebbe rifiutato di pagare e avrebbe colpito Cusumano con un pugno. “Ho avuto paura e mi sono difeso – raccontò l’anziano –. Mi hanno ferito al volto”. Un pugno talmente forte da mandare in frantumi la sua dentiera. Le due vittime si sono costituite parte civile con l’assistenza degli avvocati Roberto Greco e Ippolito Crispino. In fase di indagini preliminari accusa e difesa si erano accordati per una pena nettamente più bassa, ma il gip disse no. Al processo la Procura invece ha chiesto la condanna a 14 anni.