Cinque capitani persi in scadenza|Barreto rischia di essere l'ennesimo - Live Sicilia

Cinque capitani persi in scadenza|Barreto rischia di essere l’ennesimo

Da Maniero a Miccoli, passando per Corini, Zauli e Liverani: portare la fascia del Palermo non assicura un contratto. Il centrocampista paraguaiano, così come Muñoz, è ancora in trattativa per il rinnovo, ma la piazza teme di doverlo inserire in questo elenco.

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PALERMO – Capitano, mio capitano. Anzi, miei capitani. Perché le bandiere non esistono più, e di capitani se ne cambiano fin troppi. Ne sa qualcosa il Palermo, al settimo capitano dell’era Zamparini, e seriamente vicino al dover designare l’ottavo possessore della fascia rosanero. Edgar Barreto, infatti, può ritrovarsi libero al termine della stagione: il paraguaiano è in scadenza di contratto e al momento le trattative per il rinnovo sono in fase di stallo. Il Palermo deve rivedere il suo tetto salariale, a causa di un bilancio sanguinante dopo la retrocessione in serie B, e il contratto di Barreto è tra i più onerosi. O arriva una netta sforbiciata al contratto da 800 mila euro annui, oppure le strade del centrocampista e del Palermo si separeranno.

Non si tratterebbe certo del primo capitano lasciato andar via in scadenza. Se dell’addio di Pippo Maniero nessuno avrà rimpianti, la storia cambia con i capitani degli anni d’oro. Lamberto Zauli, dopo aver ceduto la fascia ad Eugenio Corini, si accasò a parametro zero alla Sampdoria, una diretta concorrente. Lo stesso Corini, in una conferenza stampa strappalacrime, annunciò il suo addio per incomprensioni sul rinnovo contrattuale. Parametro zero anche per Fabio Liverani, dopo una stagione passata tra infermeria, esclusioni e ripescaggi in extremis. L’unico a non aver lasciato Palermo per la scadenza naturale del contratto è stato Andrea Barzagli, con cui il club di viale del Fante ha potuto portare a casa una plusvalenza.

Parametro zero, ma con molti altri strascichi, anche Fabrizio Miccoli. L’ultimo capitano del Palermo, prima di Barreto, è stato protagonista di numerose voci di mercato nei suoi ultimi tre anni in Sicilia: prima le voci dall’Inghilterra che lo volevano al Birmingham, poi gli arabi del suo ex allenatore Walter Zenga. Più volte il salentino è stato ad un passo dal lasciare Palermo, senza però mai compiere il passo d’addio. Anche la retrocessione in serie B, probabilmente, non avrebbe interrotto il rapporto tra il fantasista e il club rosanero. La storia però la conosciamo tutti e l’addio di Miccoli alla città di Palermo, prima che alla squadra di calcio, si è reso necessario per rispetto di chi rappresenta i veri valori del capoluogo siciliano.

E ora? Palermo ha perso il conto delle bandiere ammainate. Nessuno si aspetta più un Roberto Biffi, ma almeno un Di Donato o un Brienza sarebbero utili per ridare un minimo senso di appartenenza alla squadra e alla tifoseria. Allora attenzione a lasciare andare a cuor leggero l’ennesimo capitano, che a differenza di altri che si autodefiniscono bandiere (o aspiranti tali) non ha mai detto pubblicamente di voler andare via, e che fuori dal campo si è mostrato integrato alla perfezione nella città. Anche perché, subito dietro nelle gerarchie, c’è Ezequiel Muñoz, altro caso spinoso di contratto in scadenza. Non è una questione economica, di vendite mancate o di stipendi risparmiati, qui c’è in mezzo qualcosa di più. Che segnale si dà quando, oltre a non poter trattenere le proprie stelle, non si riesce a trattenere un gregario?


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