Imprese confiscate, l'allarme della Cisl: "L'80% fallisce"

Imprese confiscate alla mafia, l’allarme della Cisl: “L’80% fallisce”

L'appello: "Serve un atto per la cooperazione partecipata"
IL CONVEGNO
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PALERMO – La Sicilia è la regione italiana con il triste primato per numero di aziende confiscate alla criminalità, ma la maggioranza di queste non riesce a sopravvivere.

È l’allarme lanciato oggi dalla Cisl Sicilia in un convegno all’Hotel San Paolo Palace di Palermo, focalizzato sul “valore sociale della partecipazione nei processi di rigenerazione delle aziende confiscate”.

Secondo gli ultimi dati, le imprese sottratte definitivamente alla mafia nell’Isola sono circa 882, ma solo una quota “molto limitata” è oggi realmente attiva sul mercato. Il restante si trova in uno stato di stallo, tra difficoltà economiche, burocratiche e resistenze del sistema creditizio. Circa il 27% delle realtà confiscate potrebbe essere recuperato con interventi strutturati.

“Ogni impresa confiscata alla mafia che muore è una sconfitta per la società,” ha affermato Leonardo La Piana, segretario generale della Cisl Sicilia.

La Proposta Cisl: un patto di cooperazione

Per invertire la rotta e far prevalere l’economia sana sul malaffare, la Cisl propone la creazione di un “Patto per la cooperazione partecipata”.

L’obiettivo è sostenere la nascita di cooperative di lavoratori e promuovere un modello di gestione condiviso che garantisca trasparenza, continuità produttiva e tutela dell’occupazione.

Altro punto chiave è l’utilizzo più esteso della “prevenzione collaborativa”, lo strumento introdotto dal Codice antimafia che permette alle aziende con infiltrazioni mafiose di lieve entità di evitare la confisca, adottando modelli organizzativi rigorosi e procedure di trasparenza finanziaria.

“Vogliamo essere partecipi di questo percorso,” ha aggiunto La Piana, chiedendo il coinvolgimento attivo del sindacato nei tavoli di monitoraggio per garantire la massima trasparenza sulle decisioni strategiche.

Interventi istituzionali e rilancio nazionale

Al convegno, che ha riunito esponenti istituzionali, tra cui l’onorevole Antonello Cracolici (Presidente Commissione Antimafia all’Ars), e rappresentanti dell’ANBSC (Agenzia Nazionale per i beni confiscati), del sistema del credito e dell’imprenditoria (Sicindustria), è emersa la necessità di un approccio sistemico innovativo.

Il segretario confederale della Cisl, Sauro Rossi, in chiusura dei lavori, ha sottolineato l’importanza della proposta di legge del CNEL n. 2568, che vede la Cisl protagonista. L’obiettivo nazionale è “trasformare i beni confiscati in un volano per il territorio, promuovendo legalità, inclusione e uno sviluppo sostenibile a forte impronta sociale”.


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