CATANIA – Cumuli in ogni angolo, del cemtro come della periferia. La protesta dei lavoratori del bacino prefettizio impiegati nel servizio di raccolta dei rifiuti a Catania, per conto del raggruppamento di imprese che, fino a ieri aveva l’appalto in proroga, sta mettendo in ginocchio l’intera città. E questo, proprio nel momento in cui sono attesi centinaia di turisti per le vacanze pasquali.
Il blocco dei camion ai quali è impedita l’uscita dalla rimessa di Pantano D’Arci, iniziata mercoledì notte, sta dunque già causando gravi problemi di decoro e igienico sanitari, per via della quantità di rifiuti accumulati lungo le strade, accanto ai cassonetti, sui marciapiedi. Anche in via Etnea e, in generale, nel salotto buono della città dove, per tamponare, in questo momento la raccolta viene effettuata dal personale del Comune di Catania che ha esteso, per quanto possibile, l’azione oltre il territorio di competenza dell’amministrazione comunale.
Una soluzione tampone per rendere più decorose le vie del centro cittadino, ma di certo non risolutiva. A rendere di difficile soluzione la vertenza è infatti l’atteggiamento del commissario di una delle due ditte del Rti, la Senesi, che, stando a quanto comunicato dall’amministrazione, non avrebbe accettato di assorbire a turno l’intero bacino prefettizio, composto da 105 persone, chiamando al lavoro appena 21 unità. Un’inversione di tendenza che ha scatenato la rabbia dei lavoratori che hanno deciso di alzare la voce.