30 Dicembre 2019, 15:28
4 min di lettura
PALERMO – Il Capodanno 2020 come pilastro portante di una linea su cui il Comune sembra deciso a puntare tutto: una Palermo ‘di tutti’, senza distinzioni tra centro e periferie. Quest’anno infatti si stapperà lo spumante in due piazze: Mario Biondi e i Babil On Suite calcheranno il palco di piazza Giulio Cesare, alla stazione centrale, mentre i Tinturia condivideranno lo stage del giardino “Giuseppe Impastato” di San Giovanni Apostolo con Nino Frassica e la Los Plaggers Band. A condurre le manifestazioni, organizzate da Puntoeacapo concerti, saranno rispettivamente Filippo Marsala ed Eliana Chiavetta, e non mancheranno le dirette radio su Rgs e Radio Action.
L’inizio è fissato per le 21,30 ma l’accesso sarà consentito già un’ora prima, e i festeggiamenti andranno avanti oltre l’una di notte con dj set che seguiranno i concerti. Il Comune promette che fino alle 4 del mattino la città sarà ben collegata grazie a 7 tram dell’Amat, quattro sulla tratta Cep – stazione Notarbartolo con fermate ogni 15 minuti, e tre sulla tratta Roccella – stazione centrale con fermate ogni 20 minuti.
Alla conferenza di presentazione del ‘doppio Capodanno’, a Palazzo Ziino, sono intervenuti il sindaco Leoluca Orlando, l’assessore alle Culture Adham Darawsha, il capo area della Cultura Domenico Verona e Lello Analfino dei Tinturia; in video i saluti di Biondi, che ai palermitani ha detto “nn’arricriamu, un viu l’ura”, e di Frassica, indeciso se indossare i suoi soliti occhiali rossi o sfoggiare un eclettico look anni ‘80 in occasione del grande evento al Cep.
Proprio il Cep è stata la meta di Orlando prima della conferenza stampa. “Ci sono andato in tram – dice il primo cittadino, che aggiunge: “Il Cep è Palermo, e Palermo è il Cep”. Orlando sottolinea che non è un caso che tutti gli artisti che saliranno sul palco sono siciliani, e che la scelta delle proposte artistiche non è ricaduta su “un capodanno importante e uno per accontentare, ma sono entrambi di qualità”. Il primo cittadino spiega che “non c’è un solo aspetto di questo Capodanno che non possa essere ricondotto a una visione. Abbiamo cominciato riqualificando il Centro storico, perché si comincia dal luogo dove si è più forti; ora dobbiamo passare dall’attrattività alla vivibilità dei quartieri. Per noi – conclude – esiste un’unica, straordinaria comunità. Dove sarò? In entrambi i posti, vedremo come. Certamente a mezzanotte sarò al Cep”.
“La scelta dei luoghi non è stata casuale – ribadisce Darawsha –. Bisogna andare in periferia, e noi come assessorato, nel nostro piccolo, abbiamo deciso che la cultura è uno strumento di rilancio. Palermo non finisce alla ‘statua’ o alla stazione, ma è molto più grande. L’anno prossimo si farà la scelta di un’altra periferia”, annuncia l’assessore con diversi riferimenti a Brancaccio, poi si rivolge ad Analfino e non solo: “Agli artisti dico: alla fine del concerto, anche voi dovete andare via col tram”.
Invito accolto senza esitazione dal frontman dei Tinturia, che assicura che “sarà un Capodanno all’insegna del divertimento. Saremo in un posto meraviglioso, che io non considero periferia. Tutto è Palermo e tutti siamo palermitani”. Analfino offre qualche assaggio del repertorio con cui i Tinturia animeranno il Cep: “Faremo i pezzi classici ma anche qualche novità, e poi vorrei fare un pezzo per gli amanti della neomelodica napoletana. Mio padre aveva un’impresa e i muratori ascoltavano Nino D’Angelo e Mario Merola, anch’io ho questo background neomelodico”. A margine, quanto ai progetti futuri, l’artista scherza: “Credo che farò una mansarda..”, poi però annuncia: “Il 2020 sarà l’anno del disco nuovo dei Tinturia, credo a maggio o giugno”.
Negli ultimi giorni l’aria dei preparativi è stata viziata da due eventi che hanno coinvolto proprio il Cep: da un lato la sparatoria culminata con la morte del carpentiere di 47 anni Francesco Paolo Lombardino, dall’altro la querelle tra il Comune e lo Iacp sull’utilizzo del terreno destinato all’iniziativa. Sulla prima vicenda Orlando e Darawsha ribadiscono che “è certamente una tragedia e umanamente dispiace, ma è proprio per questo che andiamo lì a far sentire che ci siamo. Se eravamo convinti prima, lo siamo di più ora”; quanto alla rivendicazione del terreno invece il sindaco e l’assessore assicurano che “la questione è stata risolta”, anche se il clima non sarebbe così disteso come appare.
A rompere il ghiaccio è Nuccio La Ferlita, direttore artistico degli eventi: “Organizzare al Cep? La musica ha questa forza di potersi permettere di andare ovunque. La musica, l’arte, lo spettacolo, secondo me sono sempre occasioni per far vivere la gente di qualcosa di positivo e che fa star bene. A me piace dire che gli artisti sono un po’ come i medici, hanno bisogno di curare l’anima”.
Pubblicato il
30 Dicembre 2019, 15:28