“Le responsabilità, qualora venissero accertate, sarebbero gravissime, ma comunque di natura personale”. Il presidente dell’Aiop (l’associazione delle cliniche private) Barbara Cittadini (nella foto) sceglie la via della cautela. Della prudenza. “Al momento abbiamo letto solo delle intercettazioni sui giornali, vedremo”. Ma le vicende rischiano di gettare un’ombra sul comparto delle cliniche private.
Perciò, prudenza. Già evidente nelle parole di una nota ufficiale diffusa ieri dall”Aiop con la quale l’associazione ha assicurato di seguire “con scrupolosa e vigile attenzione l’evoluzione delle indagini attendendone gli sviluppi anche ai fini dell’adozione, laddove responsabilità dovessero essere accertate, di provvedimenti disciplinari”.
Insomma, nessun intervento nell’immediato. Ogni azione sarà legata alle conseguenze delle indagini. E oggi Barbara Cittadini aggiunge poche parole a quelle del comunicato: “Noi – ha precisato – preferiamo attendere, ma soprattutto conoscere. E conoscere davvero. Quanto abbiamo letto in questi giorni è grave e importante, ma non ancora sufficiente”.
Se, però, le accuse venissero confermate, le conseguenze per le cliniche coinvolte, non potranno che essere quelle dell’esclusione dall’Aiop, così come emerge sempre nella nota di ieri: “Tutto ciò – si legge – con piena fiducia e nel doveroso rispetto del lavoro della magistratura, delle forze dell’ordine e delle istituzioni e con l’auspicio che eventuali responsabilità soggettive, che se confermate sarebbero gravi e non compatibili con i principi associativi, possano essere accertate in tempi ragionevoli”.
Insomma, responsabilità “incompatibili” con i principi associativi. Per una associazione, però, che ha vissuto, come spiega oggi Barbara Cittadini, “un periodo certamente difficile, fatto di tagli e razionalizzazioni”. Ma, mette in guardia: “Guai a creare un nesso di causa-effetto tra i fatti oggetto dell’indagine e i ‘tagli’ ai quali sono state sottoposte le cliniche private. La nostra associazione – ha aggiunto Barbera Cittadini – ha come unica mission la tutela della domanda di salute dei pazienti. Questa vicenda, infatti, rischia di compromettere la credibilità di un comparto – ha concluso, riprendendo i concetti espressi nella nota – che garantisce al territorio ed ai cittadini prestazioni e servizi di elevata qualità, in un sistema di regole condivise”.