Costa: "Civico, attenti a parlare di reparto degli orrori"

“Attenti a parlare di ‘reparto degli orrori’, ma servono risposte urgenti”

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    Assumiamo come non vere le dichiarazioni del dottore Caronia: chi in questi ultimi anni fosse capitato nel reparto di chirurgia toracica dell’Ospedale Civico avrebbe corso comunque un certo rischio perché il suo corpo, naturalmente non solo il corpo, sarebbe stato affidato ad un chirurgo mitomane(?), magari affetto da un qualche tipo di complesso(?), nella totale incapacità del Sistema sanitario nazionale, quello praticato da noi, di individuarlo e comunque risolvere il problema da lui creato.
    Se il narratore delle presunte circostanze di malasanità (sempre il dottore Caronia) dimostrerà, invece, che di vera malasanità si sia trattato, possiamo dedurre che, vere o non vere, le sue dichiarazioni ci parlano di una sanità inadeguata, governata da inadatti al di sotto di una pur minima aspettativa, che poi è quella che ogni siciliano spera di trovare quando prima o poi gli capiterà.

    Non è mia intenzione fare polemica o asserire cose inventate, scrivo solo che nel 2012, pur rientrando tra i malati terminali ma autonomo, autosufficiente, sveglio, guidava, a mio parere ancora normale, è entrato in quel maledetto pomeriggio di inizio dicembre e sol perché mostrava evidenti emorragie alla pelle del collo(sicuramente causa eccessiva radioterapia appena precedente), il medico suppongo che lo ha assistito per così dire ci ha rivolti la seguente domanda: COSA FACCIAMO CON SUO PADRE?
    Terrificante al solo sentirlo, rispondo in che senso?
    mi definisce, visto che è un malato terminale, mi sembra esagerato dovere insistere!!
    oltre al sangue bloccato dentro noi, non ragionavo più, ero assente, avevo capito che forse si stava varcando una soglia disumana, dunque insisto con procedere con una consulenza chirurgica ed avvicinati una triade di medici abbastanza esperti, parlarono in silenzio di un qualcosa che non ci è mai stato riferito, andandosene nemmeno senza salutare.
    L’ultima volta che ho visto vivo mio padre erano passate appena le 21 e andai a casa di famiglia visto che era appena tornato un mio fratello da Monfalcone. La mattina del 2, mio padre giaceva con gli utlimi respiri su quel letto e gli avvoltoi dei cassamortuari già ronzavano li davanti. Non aggiungo altro!

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