PALERMO – Il silenzio calato a fine partita dipinge in maniera ancora più dettagliata la situazione in casa rosanero. La sensazione, dopo questo pari inutile con il Pescara, è che il Palermo abbia davvero perso l’ultimo treno per la salvezza. I rosanero buttano ancora al vento l’ennesima occasione di avvicinarsi alla zona salvezza. Un 1-1 che ha messo in mostra le lacune – tecniche e mentali – di una squadra povera in tutto. Se il cambio in panchina doveva dare maggior frizzantezza ai rosa, possiamo tranquillamente dire che invece è successo il contrario: un Palermo così brutto si è visto raramente. Senza idee, senza gioco, solo un po’ di corsa, ma si sa che nel calcio non basta. Il Pescara per larghi tratti ha giocato anche meglio, e forse, se avesse avuto in campo giocatori come Weiss e Quintero, per il Palermo sarebbe andata peggio. Male, troppo male questo Palermo, sempre in ritardo, con una confusione clamorosa a centrocampo, con Barreto che corre tanto ma spesso a vuoto e un Donati che non azzecca una verticalizzazione. In avanti ha giocato solo il povero Fabbrini che ha anche segnato il gol del pari; l’ex Udinese ha giocato solo, senza partner e con una determinazione che molti suoi compagni non hanno avuto. Peccato davvero che sia finita così, in una giornata in cui dirette concorrenti per la salvezza come Cagliari e Siena hanno pareggiato e una vittoria dei rosa avrebbe portato a due punti il gap dalla zona salvezza.
I segnali che arrivano invece non sono dei migliori, questo è un campionato forse già segnato, in cui è successo di tutto e in cui sperare diventa adesso un’impresa. C’è stata anche una contestazione nei confronti di Zamparini partita dagli spalti dopo il gol degli ospiti. Il presidente è indicato dai delusi come il principale responsabile di un harakiri che in tanti avevano già preannunciato a inizio stagione. La speranza, comunque, è l’ultima a morire. E in un campionato in cui la mediocrità la fa da padrone, con quattordici giornate al termine bisogna lottare su ogni palla, su ogni centimetro di campo con il coltello tra i denti. Se volessimo ragionare da inguaribili ottimisti e individuare un lato positivo della gara con il Pescara si potrebbe sottolineare come stavolta il misero punto che muove la classifica dei rosa sia arrivato in rimonta, dopo aver subito un gol che nel corso dell’anno avrebbe decretato l’ennesimo ko dei siciliani. Con i biancocelesti di Bergodi, almeno, il Palermo ha trovato il pareggio con la forza dei nervi. Ma è ancora poco.
La cronaca. Malesani dà spazio al 3-5-2 e si affida alla coppia Dybala-Fabbrini. Nel Pescara tante assenze importanti, in avanti c’è Caraglio. Prime battute di gara molto equilibrate, il Pescara fa girare palla e i rosa ci provano con lunghi lanci. Bella la conclusione di Rios al 12’ deviata da Zanon che per poco non beffa Perin. Compassata la manovra dei rosa, poco convincente ed efficace. Al 32’ Munoz sfiora un gol già fatto di testa, palla fuori. Primo tempo inguardabile, senza occasioni e sussulti.
Il copione non cambia nella ripresa, le due squadre hanno notevoli difficoltà ad azzeccare tre passaggi consecutivi. Entra Boselli. Il Palermo spreca con Dossena, poi rischia su tiro di Celik. Al 73’ Pescara in vantaggio con Bjarnason di testa. Pari rosanero con Fabbrini all’80’. Non succede più nulla, pari inutile.
TABELLINO
PALERMO-PESCARA 1-1
PALERMO: Sorrentino; Munoz, Von Bergen, Aronica; Nelson (83’ Formica) Barreto, Donati (76’ Kurtic), Arevalo Rios, Dossena; Dybala (56’ Boselli) Fabbrini. A disposizione: Benussi, Viola, Anselmo, Faurlin, Sperduti, Kurtic, Garcia, Brichetto, Formica, Sanseverino, Morganella. Allenatore: Alberto Malesani.
PESCARA: Perin; Zanon, Bianchi Arce, Cosic (45’ Zauri) Bocchetti; Blasi (79’ Cascione), D’Agostino, Rizzo; Caprari (65’ Bjarnason), Caraglio, Celik. A disposizione: Pelizzoli, Casciome, Abbruscato, Balzano, Vukusic, Savelloni. Allenatore: Cristiano Bergodi.
ARBITRO: Massimiliano Irrati (Pistoia).
RETI: 73’ Bjarnason, 80’ Fabbrini
AMMONITI: Rizzo,Blasi, Barreto
ESPULSI:
SPETTATORI: 15 mila circa